(LaPresse) Giovanni Monchiero è un cercatore di tartufi, un ‘trifolau’, come si dice in piemontese. Quest’anno, nonostante il Covid, ha continuato ad andare in giro con il suo cane per i boschi: ma le vendite sono calate e l’annuale Fiera del Tartufo di Alba è diventata completamente virtuale. “Qui nei boschi al massimo incontriamo dei cinghiali, niente assembramenti” spiega Monchiero. La fiera attrae ogni anno turisti e compratori da tutto il mondo ma a causa del coronavirus quest’anno la 90esima edizione non si potrà fare come di consueto: i partecipanti possono ordinare pacchi di tartufi a partire dai 250 euro per poi imparare i dettagli su di essi connettendosi via web con alcuni esperti. Potranno annusarli e gustarli di persona ma senza potersi recare ad Alba.
Covid, Fiera tartufo di Alba diventa virtuale. Il ‘trifolau’: “Nei boschi al massimo incontro cinghiali”
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