La quota vincente
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Crisi di governo, Lega e Forza Italia liquidano i grillini. Oggi riprende l’assemblea del Movimento

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Inizia oggi una settimana decisiva per le sorti dell’esecutivo Draghi. Mercoledì è atteso il suo intervento alle camere mentre nelle ultime ore si avvita la crisi aperta dai Cinque Stelle tra appelli, chiusure e ultimatum. Ieri Lega e Forza Italia hanno liquidato i grillini con una nota congiunta arrivata al termine dell’incontro tra Salvini e Berlusconi in Sardegna: “Incompetenti e inaffidabili”, dichiarano i due leader che si dicono pronti al voto e sottolineanno l’impossibilità di continuare a governare con i Cinquestelle.

Oggi il Movimento riprende l’assemblea parlamentare con Giuseppe Conte che era stata rinviata ieri. In serata si attende anche il punto tra il leader del Carroccio e i suoi parlamentari. In tutto ciò ha superato quota mille firme la lettera firmata dai sindaci e indirizzata al premier per chiedergli di restare a Palazzo Chigi. 

Meloni: “Sinistra è disposta a tutto pur di scongiurare il voto”

 “Appelli, ripensamenti, suppliche e giravolte: per paura di esser sconfitta, la sinistra è disposta a tutto pur di scongiurare il ritorno al voto. Possono fuggire quanto vogliono, arriverà presto il giorno in cui dovranno fare i conti col giudizio degli italiani”. Così la leader di Fdi Giorgia Meloni su Facebook, postando una foto del segretario dem Enrico Letta e la frase “le stanno tentando tutte pur di evitare di tornare al voto per paura di una sonora sconfitta”.

Calenda: “Fronte repubblicano contro politica ridotta a cialtronopoli”

“E ogni partito/sindacato che si presenta con una proposta di spesa o spiega come coprirla o verrà gentilmente accompagnato alla porta senza alcuna risposta’. Così la finiamo con questo spettacolo indecoroso delle proposte stile ‘Miss Universo’. Così Calenda, leader di ‘Azione’, in un post sul proprio profilo twitter. “Questo è l’unico modo per stanare i populisti e chi si accompagna a loro. E forse allora vedremo formarsi un ampio Fronte Repubblicano nel paese e in parlamento composto da chi si è profondamente rotto le balle di una politica ridotta a cialtronopoli. Daje Draghi”, ha aggiunto, “o spero che Draghi vada alle camere e dica: ‘Il mio programma è continuare ad aiutare l’Ucraina in accordo con UE/Nato; fare infrastrutture, termovalorizzatori e rigassificatori; una finanziaria responsabile; niente controriforma delle pensioni; riforma Rdc. Così o ciccia”.

“E ogni partito/sindacato che si presenta con una proposta di spesa o spiega come coprirla o verrà gentilmente accompagnato alla porta senza alcuna risposta”. Così la finiamo con questo spettacolo indecoroso delle proposte stile “Miss Universo”.

— Carlo Calenda (@CarloCalenda) July 18, 2022

Gualtieri: “Draghi elemento di forza per Expo 2030”

Per la candidatura di Roma a Expo 2030 “Il presidente del consiglio Draghi è un elemento di forza della nostra candidatura”. Lo dice il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ai microfoni di RTL parlando di candidatura che “poggia su un team di eccellenza che sta preparando un progetto avanzato, innovativo di Expo che realizzerà una grandissima operazione di rigenerazione urbana in un quadrante della città nel segno della cultura e dell’innovazione per trasformare permanentemente un’area, rendendola bella, verde e con un forte rapporto fra ambiente, ricerca e cultura”.

Toti: “Avanti con Draghi senza se e senza ma”

“Figuriamoci se non sarei felice io di un governo Draghi, che finalmente mette alla porta il Movimento 5 Stelle. Però dico anche che la politica ha le sue priorità e in questo momento la priorità è dare un governo al Paese e che sia Draghi senza se e senza ma. Precipitare il Paese in una crisi sarebbe una catastrofe”. Così il governatore della Liguria e leader di “Italia al centro” Giovanni Toti, in una intervista a ‘la Repubblica’. “Credo che nessuno sia più titolato di me ad auspicare la fine definitiva di un movimento che ha fatto più danni che le piaghe di Egitto, però la priorità è andare avanti con questo governo, con la sua agenda, le sue priorità, il suo posizionamento internazionale, la sua credibilità sui mercati in Europa. Quindi deciderà Draghi sentito Mattarella, con quale geometria e con quali alleanze intenda proseguire, ma i partiti che oggi hanno senso di responsabilità, devono avere una sola parola d’ordine, ovvero Draghi torni a bordo e i nostri voti ci saranno senza se e senza ma”, ha aggiunto. “Giorgia Meloni è l’unica che ha titolo per mantenere la sua coerente linea di opposizione, peraltro con posizioni in politica estera più vicine a quelle del governo Draghi rispetto ad altri che sono dentro l’esecutivo. Per tutti gli altri questo non vale, tanto più che stiamo ragionando di anticipare il fine legislatura di sei-otto mesi”, ha spiegato. Sui rischi in caso di fine anticipata della legislatura ha aggiunto: “Far pagare ai cittadini l’ennesimo errore dei grillini che di guai ne hanno fatti tanti. Abbiamo di fronte la seconda tranche di riforme del Pnrr, tutto il dialogo con gli enti locali che entro fine anno devono finire la progettazione degli investimenti programmati. Abbiamo davanti un aumento dei prezzi che rischia di bloccare i cantieri prima che partano, vedi la Diga di Genova su cui questo governo ha dato ampie garanzie di copertura extra costi, ed è solo un esempio, ma senza Legge di Stabilità che ne sarà?”.

Renzi: “Draghi-bis soluzione più efficace, senza di lui solo il voto”

“Deciderà Mattarella. Ma mi domando chi può votare un governo del genere. Io sono per il Draghi bis con un sussulto di decisionismo e responsabilità da parte del premier. Ma se lui non se la sente — e mi dispiacerebbe molto — si vada subito al voto. Immediatamente. Il 25 settembre, il 2 ottobre, subito. Basta con questa sceneggiata, indecorosa. O Draghi bis o voto”. Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in una intervista al Corriere della Sera. “La petizione ha fatto il botto. Mentre ci parliamo siamo a quota 80 mila firme, un risultato che sembrava impossibile anche a noi. Io non mi impicco alle formule. Dico Draghi bis perché secondo me questa sarebbe la soluzione più efficace per i prossimi dieci mesi. Ma quello che è importante è che Draghi stia a Palazzo Chigi. E che venga in Aula senza fare trattative stile Prima Repubblica o vertici di pentapartito: deve fare un elenco prendere o lasciare. Voglio vedere chi si assume la responsabilità di sfasciare tutto”, ha aggiunto. “Questa ennesima crisi di erra — al netto delle interferenze russe — dimostra che serve prendersi cura della nostra democrazia con la riforma delle regole del gioco. E per fare questa riforma serve un patto costituzionale e istituzionale. Ora è chiaro che quando proponevo il referendum nel 2016 non lo facevo per me ma per evitare scene come quelle di questi giorni. Quello ormai è il passato. Mi auguro che tutti capiscano, adesso, come sia importante scegliere la strada delle riforme. Un passo alla volta, però: prima salviamo Draghi dall’aggressione grillina e poi ragioniamo tutti insieme di regole”, ha sottolineato Renzi.

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