Si riunisce alle 16 la conferenza dei capigruppo al Senato che dovrà decidere quando verrà votata la mozione di sfiducia al governo dopo l’apertura della crisi voluta da Matteo Salvini. “La convocazione dell’Assemblea, nell’ipotesi in cui il calendario dei lavori non venga approvato in capigruppo all’unanimità, non costituisce forzatura alcuna, ma esclusivamente l’applicazione del regolamento”, dichiara la presidente di Palazzo Madama Elisabetta Casellati.
Di Maio riunisce il M5s – Per affrontare la situazione Luigi Di Maio ha convocato un’assemblea congiunta del M5S. Il messaggio per l’ex alleato è chiaro: “È cambiato qualcosa in Italia negli ultimi giorni, sento gente che mi dice ‘Salvini ci ha tradito’. Sento molti elettori leghisti e parlamentari leghisti delusi che ci dicono la stessa cosa. Salvini non ha tradito il movimento o Conte, ma milioni di italiani a cui per 14 mesi aveva detto che non guardava sondaggi. Ha tradito il contratto di governo per i suoi interessi”. Poi la richiesta: “La Lega faccia dimettere tutti i suoi ministri da questo Governo. I ministri della Lega dovrebbero votare contro se stessi. Noi saremo al fianco di Giuseppe Conte. Ha il diritto di presentarsi alle Camere per dire quello che abbiamo fatto, quello che potevamo fare e che non faremo. Ci devono guardare negli occhi”.
E sulla possibilità di tornare alle urne precisa: “Mattarella è l’unico che decide quando e se andare a votare. Già è surreale che ci debba essere crisi a Ferragosto. Ai cittadini viene scaricata addosso la preoccupazione non delle elezioni ma di una crisi che colpirà misure per loro importanti. Un governo non si insedierà prima di dicembre: salterà tutto quello che abbiamo fatto, quindi reddito, quota 100…Stiamo parlando del futuro del nostro Paese”.
Salvini cerca l’accordo con Fi – Intanto Salvini riallaccia i contatti con Silvio Berlusconi per trovare un accordo che gli permetta di superare la prova in Parlamento, visto che non ha i numeri per sfiduciare da solo il governo. La sua intenzione è quella di tornare al voto il prima possibile: “Non rispondiamo agli insulti quotidiani di chi non vuole mollare la poltrona, Renzi e 5Stelle, e stiamo già lavorando alla manovra economica del prossimo governo: tasse al 15% per tanti lavoratori e imprenditori, investimenti, dimezzamento dei tempi dei processi e grandi opere. Prima si vota, prima l’Italia riparte: chi ha paura delle elezioni?“. L’incontro tra i due leader dovrebbe svolgersi domani.
Zingaretti chiede unità al Pd – “Voglio fare un appello all’unità dei democratici del partito democratico perché sarebbe davvero sbagliato dividerci o dare segnali in questo senso: Significherebbe questo sì, regalare l’Italia alla destra. Invece dovremo combattere. Siamo agli inizi di un percorso istituzionale difficile. Per quanto riguarda ci saranno i luoghi previsti dalle nostre regole per discutere sulle scelte da fare”. Così il segretario Pd Nicola Zingaretti parlando al Nazareno. “Noi abbiamo detto che non è possibile, non credo sia credibile un’ipotesi che preveda un governo per fare la manovra dalla quale questo governo sta scappando per tornare al voto. Sarebbe un regalo alla destra pericolosa che tutti vogliamo evitare. Apriamo la crisi e vediamo con il presidente Mattarella qual è la soluzione migliore per salvare l’Italia”.
Grasso si appella alle opposizioni – “A forza di girare per le spiagge, Salvini rischia di finire spiaggiato. E’ stato molto interessante leggere gli articoli di stamattina in merito alla riunione dei capigruppo che si terrà oggi pomeriggio in Senato. Se Cinque Stelle, Pd e Misto sono scaltri, Salvini non potrà vincere questa partita e umiliare il Parlamento col suo 17% di voti”. Così il senatore Pietro Grasso (LeU) in un post su Facebook, che prosegue: “Partiamo dalle certezze: Salvini vorrebbe votare la mozione di sfiducia prima di ferragosto, gli altri intorno al 20, per dare modo a tutte le senatrici e i senatori di poter partecipare ad un voto così importante. Con ogni probabilità a prevalere in quella riunione sarà la data del 20, ma siccome non ci sarà unanimità potrebbe essere convocata l’Aula per domani in modo che si voti sul calendario, magari sfruttando le possibili assenze e provando a “ribaltare” il risultato ottenuto in capigruppo”.
Conclude Grasso: “Come evitare il “blitz salviniano” sul calendario, un ulteriore sfregio al Parlamento? E’ abbastanza semplice, partendo da un semplice calcolo matematico: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia in Senato NON hanno la maggioranza di 161 voti necessaria per imporre nulla. Basterà contarsi prima: se i senatori di centrodestra sono meno degli altri si potrà votare il calendario in Aula, e fissare la discussione per il 20 agosto (o il 21, o il 22…). Se invece sono di più, semplicemente se gli altri non entreranno in Aula il centrodestra non avrà mai il numero legale per il blitz, e saranno costretti a rimandare di giorno in giorno l’Assemblea.In questo modo Salvini, ogni giorno più nervoso e contestato, capirà che il Parlamento non è a sua disposizione, per ora”.