“C’è un totale imbarbarimento della vita pubblica”, e “c’è una cosa che riguarda me in termini di aggressione mediatica giornalistica. La vita pubblica del nostro Paese è diventa qualcosa di disgustoso, c’è una propensione a calpestare la dignità delle persone“. Così il governatore campano Vincenzo De Luca commenta nel suo intervento settimanale a LiraTv il modo in cui è stata trattata l’iscrizione nel registro degli indagati dalla procura di Napoli per istigazione al voto di scambio. “Siamo diventati un paese nel quale si scambia la libertà di informazione con la libertà di violenza privata, con lo stalking vero e proprio. Non ha nulla a vedere con il diritto all’informazione e con il giornalismo. Una delle cose più sconcertanti – aggiunge – è la complicità dell’Odg rispetto a chi adotta comportamenti che non hanno nulla a che vedere con chi fa il giornalista” e “esercita forme di vera e propria violenza nell’indifferenza generale”. De Luca spiega di aver visto “sulla Rai che la notizia di me indagato è stata trattata per 24 ore insieme a Obama e Aleppo”.
“C’è l’abitudine a mettere in croce i cittadini per stupidaggini: lei sa che abbiamo un sistema in cui basta una lettera anonima o faccia un’interrogazione parlamentare su chi diavolo vuole mettendoci quello che vuole affinché la Procura apra un fascicolo, è inevitabile”, prosegue De Luca.
“Mi sono domandato spesso il perché di queste aggressioni mediatiche contro di me”, perché “se ti arriva qualcuno con un atto di farabuttismo registra dichiarazioni che cambiano di senso” se riascoltate dopo” è evidente che siamo di fronte a “cose mirate”, a un’azione “mirata, scientifica”. “In Italia – continua – diventano oggetto di aggressione alcuni politici non sulla base della caratterizzazione politica ma che danno fastidio, quelli che rappresentano gli uomini liberi, l’uomo che non fa parte della palude consociativa”.