Le autorità israeliane hanno dato il via libera questa mattina alla demolizione di un edificio nel territorio di Gerusalemme Est, in cui viveva una famiglia palestinese composta da 30 persone, per mancanza del permesso comunale.
Ieri la polizia israeliana ha comunicato alla famiglia proprietaria, Yafara, dell’imminente demolizione e questa mattina le ruspe sono entrate nel quartiere palestinese, a sud della Città vecchia, per procedere alla distruzione dell’abitazione circondate da ampie misure di sicurezza. L’edificio, di due piani e quattro appartamenti, è stato costruito dalla famiglia Yafara 17 anni fa e da allora è stata più volte richiesta la legalizzazione dello stabile.
Il primo avviso di demolizione è stato emesso nove anni fa. Secondo il centro informazioni Wadi Hilweh del quartiere di Silwan la famiglia aveva ricevuto un avviso di sgombero nel 2012, nonostante avesse precedentemente pagato una multa di 100mila shekel (circa 23.834 euro). Israele concede raramente ai palestinesi di costruire a Gerusalemme Est e il processo lungo e costoso dissuade molti dal farlo. L’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) ha accusato l’anno scorso Israele di attuare una “pulizia etnica” a Gerusalemme Est, e in particolare nel quartiere di Silwan, cercando di cambiare il carattere demografico di quella zona della città, non concedendo permessi di costruzione ai palestinesi e favorendo così la creazione di insediamenti israeliani.
Circa 1.300 palestinesi sono stati sfollati dall’inizio di quest’anno a causa di demolizioni nel territorio occupato, la Cisgiordania e Gerusalemme Est, secondo l’Onu. L’Ufficio delle Nazioni unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha confermato oggi un’altra demolizione nel quartiere di Beit Hanina, anche se non ha fornito dettagli sulle circostanze in cui si è verificata.