Niente Forza Italia, ma porte aperte ad accordi con la Lega o con il Pd per la formazione del nuovo governo. A quanto si apprende sarebbe questa la posizione espressa dal capo politico del M5S, Luigi Di Maio, durante la registrazione di ‘diMartedì’, su La7. “Faremo ciò che abbiamo detto in campagna elettorale: proporremo un contratto di governo come si fa in Germania, si fa ciò che c’è scritto, quello che non c’è scritto non si fa”, ha detto Di Maio, in assemblea parlando di interlocuzione sui temi o con un Pd in cui Renzi non è più segretario o con la Lega.
Replicano subito i dem, con il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci, che su Twitter scrive: “Il Pd, coerentemente con le decisioni assunte in direzione, dirà al presidente Mattarella che non siamo disponibili ad alcun governo che abbia Di Maio o Salvini come premier. La proposta del leader 5 stelle è ovviamente irricevibile”.
Il Pd, coerentemente con le decisioni assunte in direzione, dirà al presidente Mattarella che non siamo disponibili ad alcun governo che abbia Di Maio o Salvini come premier. La proposta del leader 5 stelle è ovviamente irricevibile
— Andrea Marcucci (@AndreaMarcucci) 3 aprile 2018
Dura anche la risposta di Matteo Salvini su Facebook: “A differenza dei 5Stelle, la Lega esclude qualsiasi alleanza di governo col Pd bocciato dagli italiani”.
Il M5S vuole tenere fuori quindi Silvio Berlusconi. Una posizione non condivisa da Mara Carfagna deputata Fi e vicepresidente della Camera: “Forza Italia rappresenta quasi 5 milioni di elettori ed è il cuore della coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni. Non sarà Di Maio a dividere ciò che gli elettori hanno unito. Diciamo ‘no’ a veti e a egoismi che rappresentano un infantilismo politico. Qualunque soluzione di governo che escluda Forza Italia o il centrodestra rappresenterebbe un tentativo di calpestare la volontà democratica e sarebbe inaccettabile perché ignorerebbe la volontà di qualche milione di elettori. I veti del M5S sono inaccettabili”.
Ma la posizione del M5S sulla premiership a Luigi Di Maio non cambia. È questa la linea ribadita dal capo politico durante l’assemblea congiunta di deputati e senatori del Movimento. Di Maio avrebbe chiesto ai parlamentari di immaginare il loro ritorno sui territori di appartenenza con un altro nome per Palazzo Chigi dopo aver preso 11 milioni di voti: ‘cosa diciamo, che ci siamo sbagliati, il premier è un altro?’, sarebbe il senso del suo ragionamento. Di Maio avrebbe parlato anche del centrodestra, sottolineando che la coalizione in realtà sia composta da singoli partiti, visto che si sono presentati con 3 programmi e tre candidati premier differenti. Ha poi ribadito che nelle trattative per la formazione del governo la linea resta la stessa utilizzata per le presidenze di Camera e Senato: ‘paletti’ ben precisi, soprattutto nel non interloquire direttamente con il leader di Forza Italia, Berlusconi. Stando a quanto si apprende da fonti interne, infatti, Di Maio avrebbe sottolineato che questo modus operandi ‘ha portato a dei grandi risultati’.