In una ipotetica ‘classifica delle responsabilità‘ per la mancata nascita del governo, Luigi Di Maio iscrive in testa “sicuramente Salvini, che ha preferito Berlusconi al cambiamento”, subito dopo “c’è Renzi, che ha ingannato il suo partito e l’opinione pubblica sulla possibilità di un’apertura e ha fatto saltare tutto”. Per il capo politico pentastellato a un’incollatura si piazza il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina “che si è piegato ai diktat renziani” e “solo in fondo c’è Berlusconi“.
“Tutte queste persone che ho elencato – spiega ancora il leader Cinquestelle ai cronisti a Montecitorio – possono scegliere di andare in una direzione o in quella di Berlusconi. Invece, sia Renzi che Salvini, e di riflesso anche Martina, hanno deciso di restare legati a Silvio Berlusconi”. Dunque, quello sul Cavaliere “non è un veto”, ma la “volontà di dialogare con la Lega. Noi vogliamo fare un governo che preveda due forze politiche, non quattro – conclude Di Maio -, perché poi abbiamo visto come vanno a finire le cose con esecutivi di 4-5 forze politiche”.