Prima il giuramento al Quirinale. Poi l’entrata alla Farnesina, per il passaggio di consegne con il ministro uscente Enzo Moavero Milanesi, sottolineando che la priorità deve essere il Mediterraneo e il dossier migratorio, con il superamento del regolamento di Dublino. Senza oscillare rispetto al posizionamento europeo ed atlantico. Per Luigi Di Maio, è il primo giorno da capo della diplomazia italiana. E l’ultimo da vicepremier, ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico.
Il capo politico pentastellato lascia una serie di dossier molto pesanti ai colleghi M5S, Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli, che lo sostituiranno ai due dicasteri di via Veneto. C’è la gestione del reddito di cittadinanza e dei navigator, parecchie crisi aziendali, il rilancio di Alitalia. Ora, però, per lui le priorità saranno altre: la situazione in Libia, il dialogo con i partner europei, per non parlare del difficile equilibrio da trovare tra Washington, Pechino e Mosca.
Ironie e critiche, oltre al personale diplomatico, hanno accolto il neo-ministro all’entrata della Farnesina. Il web non ha dimenticato le sue gaffes, come quando il presidente cinese Xi Jinping, in diversi discorsi, diventò semplicemente ‘Ping’. Per di più, in passato Di Maio ha criticato aspramente il presidente francese Emmanuel Macron, arrivando a paventare un’alleanza con i Gilet Gialli che incendiavano le strade di Parigi. La durissima reazione dell’Eliseo arrivò a rompere, brevemente, le relazioni diplomatiche con l’Italia.
Una parte del M5S, poi, appoggia il Venezuela di Nicolas Maduro. E questo non piace agli Stati Uniti, che diffidano anche del recente patto che Roma ha siglato con Pechino per la nuova ‘Via della Seta’. Questi nodi potrebbero venire al pettine in ottobre, quando il nuovo capo della diplomazia italiana potrebbe accompagnare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un viaggio a Washington, non ancora confermato ufficialmente.
Prima ancora della possibile visita alla Casa Bianca, comunque, per Di Maio ci saranno altri importanti appuntamenti. Tra una decina di giorni, a New York, si aprirà l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, prima vera occasione per incontrare ministri e presidenti di ogni angolo del pianeta. Quindi, il 14 ottobre, è in agenda il Consiglio Ue per gli Affari Esteri in Lussemburgo.
Insomma, come scrive lo stesso Di Maio su Facebook, “sono molti i dossier sul tavolo e c’è tanto da fare davanti a noi”. In un messaggio rivolto al personale del ministero, oltre a sottolineare la necessità di superare il regolamento europeo di Dublino, sottolinea che l’Africa deve essere vista come “opportunità per individuare nuovi partner strategici”. Più in generale, si porterà “un dialogo franco e aperto con i nostri partner, senza ovviamente rinunciare ai valori europei e atlantici che caratterizzano la storia del nostro Paese”.
A 33 anni, l’ex vicepremier diventa il più giovane ministro a guidare la rete diplomatica italiana. E rimarrà responsabile politico del M5S oltre che ‘capo delegazione’ pentastellato nell’esecutivo, alla pari di Dario Franceschini per i dem. Insomma, una sorta di vicepremier di fatto.
Ma, all’interno del Movimento, la sua presenza potrebbe farsi più defilata: sarà spesso impegnato all’estero e potrebbe dover fronteggiare crisi improvvise e delicatissime, come il caso della cooperante italiana Silvia Romano, rapita in Kenya.