“Leggo sui giornali che il decreto farebbe perdere ottantamila posti di lavoro, non sta da nessuna parte”, questa la risposta del ministro del Lavoro alla notizia girata nelle ultime ore sul Decreto Dignità. La relazione tecnica che accompagna il decreto di Luigi Di Maio, infatti, sottolinea, tra gli effetti derivanti dalla riduzione del limite massimo di durata dei contratti a tempo determinato, un rischio boomerang: sarebbero ottomila all’anno le persone che resterebbero senza lavoro (perché prive di rinnovo contrattuale) su di un totale di 80mila contratti annui fino al 2028.
Ma Luigi Di Maio non ci sta. “C’è un altro numero, ottomila, perché nella relazione c’è scritto che questo decreto farà perdere ottomila posti di lavoro in un anno. Quel numero, che per me non significa assolutamente nulla, – spiega in un video su Facebook – è apparso nella relazione tecnica al decreto la notte prima che si inviasse al presidente della Repubblica. Non è una cosa che hanno messo i miei ministeri, non hanno chiesto i miei ministeri, e soprattutto non è una cosa che hanno chiesto i ministri della Repubblica”.
Il vicepremier continua e dà la colpa alle lobby: “Il tema è che c’è un tot di contratti a tempo determinato, la relazione dice che in quel tot per effetto del decreto se ne perderanno ottomila perché nella relazione non c’è scritto quanti contratti a tempo indeterminato nasceranno per effetto della stretta? È questo che mi lascia veramente perplesso, perché questo decreto ha contro lobby di tutti i tipi, tanto è vero che ci è voluto un po’ per farlo arrivare al Quirinale, e ringrazio il presidente della Repubblica che lo ha firmato. Il mio sospetto è che questo numero sia stato un modo per cominciare a indebolire questo decreto e fare un po’ di caciara. Non mi spaventa”.