Maurizio Gasparri informerà la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati affinché invii ai giudici di Catania i documenti dal premier Giuseppe Conte e dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli che sono stati allegati alla memoria difensiva del vicepremier Matteo Salvini, sotto esame della Giunta per l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti sul caso Diciotti. Una richiesta in tal senso era arrivata dal senatore di Leu Pietro Grasso.
Il presidente della Giunta per le Elezioni e le Immunità del Senato ha presentato, come relatore, la sua proposta sul caso Diciotti che vede coinvolto il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Diniego all’autorizzazione a procedere”, è la proposta. I fatti della Diciotti, erano “parte di un tentativo strategico dell’Esecutivo di risolvere in maniera strutturale il problema dell’immigrazione irregolare”. È quanto sarebbe scritto, secondo quanto si apprende, nella relazione presentata dal presidente della giunta per le Elezioni e le Autorizzazione del Senato Maurizio Gasparri sul caso Diciotti.
La Giunta, si legge, “non può che limitarsi al riscontro delle finalità indicate dalla legge costituzionale, senza estendere la propria valutazione alla scelta dei mezzi per conseguirle”. L’organo deve decidere sull’autorizzazione a procedere richiesta dal tribunale dei ministri per il titolare del Viminale. “L’autonomia della funzione di Governo (presupposto della legge costituzionale) presuppone anche autonomia nella scelta dei mezzi e non solo quindi dei fini da perseguire”.
Le reazioni. “Forza Italia vuole salvare il ministro dell’Interno, relegandolo al di sopra della legge. Così il Movimento 5 Stelle rischia di segnare un altro passaggio ‘epocale’ nella sua storia: il sostegno alla proposta di Gasparri, la piena assonanza con i berlusconiani. E il tradimento dei loro elettori sarebbe a quel punto completo”, ha dichiarato la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone. “Salvini – aggiunge Brignone – deve essere processato come è stato richiesto. La condanna o l’assoluzione non spetta al Senato, ma ai giudici. Di fronte a un caso così serio, non ci si può arroccare sulla scusante della ‘scelta politica condivisa’. Perché deve essere chiaro un punto, che vale per tutti: le decisioni di un governo possono avere delle ragioni elettorali, ma devono sempre sottostare alle leggi”.