E’ arrivato il momento della resa dei conti nel Pd. A pochi minuti dall’inizio della direzione nazionale, secondo quanto si apprende, c’è un clima sereno tra i renziani, anche grazie ai numeri sui quali sanno di poter contare. L’ala del Pd che fa capo a Matteo Renzi punta ora a raggiungere un accordo per evitare spaccature interne al partito.
La tensione è alta, ma c’è anche chi cerca di sdrammatizzare come Carlo Calenda, secondo il quale le distanze tra i vari fronti non sono così incolmabili.
Andrò certo. Ma credo che le distanze non siano così incolmabili. Nessuno mette in discussione il lavoro e il ruolo di Martina. Pochissimi per fortuna vogliono sostegno @pdnetwork a Governo Di Maio. Difficile sostenere che Renzi non abbia diritto a dire la sua. Sdrammatizzare. https://t.co/8WRGzsOH4f
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 3 maggio 2018
Ieri, intanto, i fedelissimi dell’ex segretario hanno presentato un documento con 116 firme (77 deputati e 39 senatori) che apre al dialogo nel parlamentino dem, ma chiede di evitare una conta interna e propone un confronto su tre temi principali: riflessione sul prossimo futuro, la responsabilità dello stallo è di Lega e M5S, confronto con tutti ma no alla fiducia a un governo Salvini o Di Maio.