Totò Riina era stato intercettato nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, condotta dalla Procura di Palermo. Il ‘capo dei capi’ di Cosa Nostra, parlando del fondatore di ‘Libera‘ Don Luigi Ciotti, aveva detto a un altro detenuto la frase “Lo putissimu pure ammazzare” (lo possiamo anche uccidere, ndr.). Il fascicolo era stato trasmesso per competenza a Milano, ma al termine dell’indagine la Procura ha chiesto l’archiviazione. Istanza alla quale don Ciotti e il suo legale, l’avvocato Enza Rando, si sono opposti.
Per don Ciotti, Riina “sa come mandare messaggi fuori dal carcere. Le parole di Riina – aggiunge – non sono quelle di uno qualsiasi. Riina resta un simbolo per la mafia e anche i suoi silenzi hanno un significato”. Anche per questo il fondatore di ‘Libera’ afferma di “non avere paura ma di essere disorientato”. In ogni caso “sarà la magistratura – conclude – a decidere e valutare i profili penali di quelle minacce. Per noi sono parole chiare ma che non fermano il nostro percorso e l’impegno non di una persona ma di un coordinamento di associazioni che raccolgono migliaia di persone”. Spetterà al gip Anna Magelli stabilire se accogliere o respingere la richiesta di archiviazione della Procura.