Avvocato, giurista, professore universitario e autore della legislazione antitrust. Ma anche presidente della Consob e di Telecom. E poi commissario straordinario della Figc nel 2006, dopo che lo scandalo di Calciopoli aveva sconvolto il mondo dei club italiani. Ma anche consigliere di amministrazione dell’Inter, scrittore, giornalista, collezionista d’arte. Sono solo alcuni degli incarichi e delle tante passioni di Guido Rossi, morto questa mattina a 86 anni.
Curioso, ironico, sempre originale, Rossi era tra i più conosciuti giuristi italiani e tra i massimi esperti di diritto societario. Nato a Milano il 16 marzo del 1931 si era laureato in Giurisprudenza all’Università di Pavia all’età di 22 anni per poi conseguire il Master of Laws a Harward. Da quel momento la sua carriera è decollata, raggiungendo i vertici delle principali aziende italiane. Nel 1981 è stato nominato presidente della Consob, di cui 30 anni dopo, nel 2011, è diventato garante etico.
É stato anche a capo del gruppo Ferfin-Montedison (1993-95) e di Telecom (nel 1997). Il suo nome, però, è diventato noto al grande pubblico come commissario della Figc, nominato nel 2006 dopo lo tzunami di Calciopoli. Sempre nel 2006 è tornato in Telecom, come presidente, e nel 2007 è stato nominato consulente della Fiat. Il suo studio legale ha assistito la famiglia Riva nella trattativa con i commissari straordinari dell’Ilva nella contesa sul risanamento del polo siderurgico. Vent’anni fa Rossi aveva seguito il caso della famiglia Riva nell’arbitrato con l’Iri per ottenere il controllo del gruppo.
Guido Rossi era stato eletto senatore, nelle liste della sinistra indipendente, nella decima legislatura, fra la fine degli anni’80 e l’inizio degli anni’90, e nel 1988 aveva presentato il disegno di legge antitrust. Era anche professore emerito dell’Università Bocconi di Milano, dov’era stato per anni docente di Diritto Commerciale. Molte anche le sue pubblicazioni, tra i quali, in particolare Il fallimento nel diritto americano del 1956, Trasparenze e vergogna. Le società e la Borsa del 1982, La scalata del mercato del 1986, nonché di numerosi studi monografici in tema di società, impresa, mercati mobiliari e legislazione antitrust. Tra le sue ultime opere anche Il conflitto epidemico e Il gioco delle regole del 2003
“Di Guido Rossi mancherà soprattutto lo spirito sempre critico e curioso su tutti i fatti del mondo giuridico, politico e civile, oltre alla sua compagnia, molto piacevole, stimolante e sempre vivace. Era una grande personalità, una grande figura e questo emergeva anche nei rapporti umani e nelle amicizie”. Così Piergaetano Marchetti, professore emerito all’Università Bocconi, ha ricordato Guido Rossi, per anni docente dello stesso ateneo. “Quello di Guido Rossi è stato un caso abbastanza unico. La sua è stata una grandissima figura come avvocato e come uomo d’impresa – aggiunge Marchetti – oltre che come uomo politico, legislatore e padre della legislazione antitrust. Era una personalità molto complessa, a tutto tondo – spiega – : era un collezionista d’arte, uno scrittore che ha pubblicato dei bellissimi libri per Adelphi, e un giornalista, che per anni ha scritto editoriali brillanti sul ‘Sole 24 Ore'”
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