“Mi fido di Berlusconi e dei patti chiari perché abbiamo scritto insieme un programma che poi abbiamo sottoscritto, non ci siamo incontrati al bar per prendere un caffè”. Matteo Salvini getta acqua sul fuoco, i rumors che vorrebbero l’ex Cav a lavoro per preparare il terreno di una grande coalizione dopo il 4 marzo, non hanno fondamento nella realtà. Anzi, ribadisce il leader del Carroccio “è una falsa notizia”. E sull’abolizione della legge Fornero, stessa risposta “abbiamo fatto un programma scritto e firmato in cui si parla di azzeramento della legge Fornero”.
Insomma Salvini rispedisce al mittente ipotesi di crepe e tensioni nella coalizione, ma i rumors non si placano. Sulle pensioni l’ex Cav ha un’idea sicuramente diversa. La parola ‘azzeramento’ Berlusconi non l’ha mai usata quando si parla di Fornero, magari un restyling, mantenendo, ha più volte sottolineato, “quanto di buono c’è”. La cancellazione della legge che riforma il sistema pensionistico italiano comporterebbe un costo, limitatamente alla prossima legislatura (2018-2023), intorno ai 100 miliardi, e Berlusconi non ha intenzione di far correre questo rischio agli italiani. In una intervista al Sole 24 Ore il leader azzurro aveva spiegato che l’anticipo dell’accesso alla pensione rispetto agli attuali 67 anni sarà possibile “solo in alcuni casi, individuati con equità, e per un periodo di tempo limitato” perché l’obiettivo è “non stravolgere i conti dell’INPS”.
Altra nota dolente l’ipotesi grande coalizione. A Villa San Martino Forza Italia lavora affinché il centrodestra arrivi alla maggioranza assoluta in Parlamento, l’ex premier mira al 45 per cento, e in questo momento sta studiando raccogliere più consensi possibili per il rush finale. In questi giorni il leader azzurro ha dovuto fare una pausa, complice anche l’influenza, e lo stress liste, che ha affidato ai fedelissimi Niccolò Ghedini e Licia Ronzulli. La volontà è quella di portare il centrodestra di nuovo a palazzo Chigi, ma da politico navigato non può non avere in tasca un piano B. Berlusconi lo ripete ormai da mesi: “Nel ’94 sono sceso in campo per contrastare l’avanzata dei comunisti. Oggi per il bene del mio Paese devo fermare l’avanzata pauperista e giustizialista dei grillini”.
Insomma nel caos o nell’incertezza di un voto elettorale che non dia piena governabilità, meglio una grande coalizione alla tedesca – è questo il ragionamento – che un governo M5S, con l’appoggio di Liberi e Uguali. Infine la premiership continua ad agitare la coalizione. Berlusconi ha riportato sul piatto il nome di Antonio Tajani, che questa volta non ha rimandato al mittente l’investitura. Anzi in questi giorni ha lavorato in modo serrato alla preparazione delle liste per le prossime elezioni politiche. Il nome non viene digerito dagli alleati. E non ne fanno un mistero.