Traguardo raggiunto. A venti giorni dalle elezioni del 4 marzo, Silvio Berlusconi non ha dubbi: “Noi abbiamo già vinto. È cosa fatta, entrando in campo ho spostato Forza Italia dal 13 al 18%, per cui la coalizione avrà alla Camera e al Senato la maggioranza assoluta”.
Il leader azzurro, nel salotto di Tagadà, non nega la sua soddisfazione: “La mia prospettiva di campagna elettorale era quella di bloccare i cinque stelle che sono ora fermi al 27% ed in 15 giorni non può cambiare nulla”. La vittoria per il Cav è alla portata, anche perché “non ho mai sentito gli italiani così vicini e riguardosi”, confessa. La soddisfazione è palpabile. Il nemico pubblico è soltanto uno e si chiama Movimento 5 Stelle.
“Il Pd non è mai stato in corsa – ribadisce Berlusconi – è diventato una scatola vuota senza programmi. Speravamo molto in Matteo Renzi, ma non è riuscito a tenere i suoi e il Pd è restato ai progetti del ‘900″. Berlusconi però non molla la maratona elettorale e oltre alle trasmissioni tv e radio e le interviste sui quotidiani, lo staff sta lavorando ai tre comizi. Il presidente forzista sarà infatti alla manifestazione a Milano il 25 febbraio alle 10 al Teatro Manzoni, organizzata da Maria Stella Gelmini.
L’evento sarà di carattere nazionale, spiegano fonti azzurre, e a seguire il leader azzurro parteciperà a un evento a Roma e chiuderà la campagna elettorale a Napoli il 2 marzo. Forza Italia si candida quindi alla guida del Paese, ridotto “dalla sinistra nelle condizioni disastrose in cui si trova”, e l’obiettivo dell’ex premier è quello “di portare la crescita al 3% perché solo dopo il 2% si possono creare posti di lavoro”. Il miracolo economico, secondo Berlusconi, può essere compiuto solo grazie alla flat tax, che però Pier Carlo Padoan paragona alla fata turchina… “Io la bacchetta magica ce l’ho – dice – invece della fata turchina sono il mago Silvio”.
“Senza crescita non si va da nessuna parte. Ecco perché portiamo avanti la flat tax” ribadisce. La battaglia quindi contro i 5Stelle, “giustizialisti, ribellisti e populisti” per Berlusconi è vinta e ora si apre il capitolo tutto da giocare nella coalizione. Quello sulla premiership. Berlusconi tiene ancora coperta la carta, ma oggi ha svelato che si tratta di un uomo e “garantisco che il candidato di FI sarà il candidato ideale, che avrà splendidi rapporti con tutti i paesi europei e il Ppe”. Insomma, aggiunge con orgoglio, “non ci sarà nulla che potrà dispiacere all’Europa”.
Il profilo sembra essere proprio quello di Antonio Tajani, ma oggi il presidente del Parlamento europeo ha glissato: “Questo lo dovete chiedere al presidente Berlusconi”. “Dopo il 4 si apre una nuova fase – sostiene -, ma io sono qui a fare presidente del parlamento europeo e da lunedì sono a Bruxelles a svolgere il mio ruolo”. La partita che sta giocando Berlusconi non è però solo all’interno della coalizione. Ormai l’accordo è siglato “un solo punto in più e il partito con più voti deciderà chi mandare a palazzo Chigi”.
Le resistenze sono all’interno del partito, dove le tensioni tra falchi e colombe si sono solo sopite. Il ragionamento è semplice “se non è Berlusconi a guidarci in caso di vittoria” il delfino, spiegano fonti azzurre, deve essere scelto tra chi “non ha abbandonato la baracca anche nei giorni di magra”. Le fila ‘nordiste’ del partito tifano per Tajani, ma c’è chi non nasconde che in realtà “il nome potrebbere essere un altro”. E rispuntano i nomi di Gianni Letta e Mario Draghi. Del presidente della Bce, oggi il leader azzurro ha detto: “Può fare qualsiasi cosa, perché è un fuori classe”.