“Ora non ridete più eh? Indietro, state indietro”, chiosa con gelido sarcasmo Eric Zemmour, giornalista pro-Le Pen de “Le Figaro”, punto di riferimento per l’estrema destra francese e potenziale sfidante di Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali 2022 in Francia, mentre stringe tra le mani un fucile di precisione usato dai “Raid” dell’antiterrorismo francese.
Che fosse soltanto uno scherzo di discutibile gusto o meno, il gesto di Zemmour al “Milipol” (il Salone sulla sicurezza di Parigi) lo scorso 19 ottobre non è passato inosservato e ha subito generato una ridda di polemiche: “Puntare un’arma contro i giornalisti e dire loro di ‘fare marcia indietro’ non è divertente. È orribile. Soprattutto dopo aver proposto seriamente di ‘ridurre il potere dei media’. “ In una democrazia, la libertà di stampa non è uno scherzo e non dovrebbe mai essere minacciata”, recita il tweet indignato di Marlene Schiappa, Ministro delegato responsabile della cittadinanza francese. In tutta risposta e senza mezzi termini, Zemmour ha definito la Schiappa un’”imbecille”.
Viser des journalistes avec une arme en leur disant « reculez ! » n’est pas drôle.
C’est horrifiant. Surtout après avoir dit sérieusement vouloir « réduire le pouvoir des médias. »
Dans une démocratie, la liberté de la presse n’est pas une blague et ne doit jamais être menacée. https://t.co/L9kOPN0zD6
— 🇫🇷 MarleneSchiappa (@MarleneSchiappa) October 20, 2021
Non è la prima volta in Francia che Zemmour, “il polemista”, finisce al centro delle critiche. Nel 2006, nel suo saggio “L’uomo maschio”, il giornalista conservatore associa i sostenitori dell’uguaglianza di genere a dei cavalcatori del politicamente corretto.
In un altro saggio intitolato “Il suicidio francese”, del 2014, il giornalista si scaglia contro le politiche di inclusione e multiculturalismo della Francia, colpevoli, a sua detta, di aver portato la patria alla progressiva dissoluzione sociale. Zemmour ha di recente pubblicato un altro scritto, “Zemmour presidente. Dalla realtà alla finzione”. Non c’è ancora la conferma ufficiale da parte della firma de “Le Figaro” di voler candidarsi alle prossime elezioni presidenziali del 2022. Comunque vada, una certa abitudine dei politici di destra l’ha già ereditata: mettersi in posa con armi in mano.
Lo ha fatto in passato Winston Churchill, lo ha fatto svariate anche volte Vladimir Putin, l’ultima nel 2018, quando il presidente russo volle testare l’ultimo gioiello della Kalashnikov. Non mancano poi gli esempi italiani: nel 2009 Silvio Berlusconi, in visita proprio all’amico Putin, mimò il gesto del mitra verso una cronista, “rea” di aver posto una domanda scomoda all’ex funzionario del Kgb . Matteo Salvini, invece, un mitra in pubblico lo ha preso in mano davvero, a Pasqua 2019, come testimonia una foto postata su Facebook dall’ex spin doctor della Lega Luca Morisi.