Il Movimento 5 Stelle rallenta sugli F35, criticati da più parti per i costi eccessivi e l’incertezza sulla loro reale utilità. La ministra della Difesa Elisabetta Trenta, indicata da Luigi Di Maio a quel dicastero già prima delle elezioni, usa toni interlocutori. “Io potrei scoprire, dall’analisi che stiamo facendo, che tagliare mi costa di più che mantenere”, fa sapere Trenta intervistata su La7, suggerendo che un blocco totale del piano d’acquisto non sia più possibile.
“Sicuramente noi non compreremo nessun nuovo F35, questo lo garantisco, e lo specifico perché qualcuno ha scritto il contrario – sottolinea la titolare del dicastero di via XX Settembre -. Noi stiamo analizzando ciò che comporterebbe il tagliare: se io volessi tagliare il programma, ci sarebbero delle forti penali. Inoltre, intorno all’F35 si crea un indotto tecnologico, di ricerca, occupazionale”.
Piovono critiche alla posizione ‘morbida’, già emersa da una precedente intervista di Trenta rilasciata a ‘DefenseNews’, tanto dal Partito democratico (che punta il dito contro l’incoerenza pentastelllata ma aveva dato luce verde ai velivoli) quanto dalla sinistra da sempre contraria agli F35. ‘Democratica’, il giornale del Pd, ricorda le parole di Alessandro Di Battista, icona a 5 Stelle che diceva che “il programma F35 è un programma fallimentare” e “chi ci ha fatto entrare in questo programma dovrebbe essere preso a calci in culo”.
Da sinistra Giuseppe Civati attacca così: “Non ci sono penali da pagare per quanto riguarda lo stop all’acquisto degli F-35. La relazione della Corte dei Conti dello scorso anno evidenziava che la ‘partecipazione nazionale al programma non è soggetta a penali contrattuali’ e denunciava soltanto che lo spreco è in fase molto avanzata. Quindi o ha sbagliato la Corte dei Conti o la ministra della Difesa sta cercando giustificazioni per proseguire il piano”.
“Siamo sempre stati critici del programma, nessuno lo nasconde – ha precisato Trenta su Facebook, dopo l’intervista su La7 – proprio per questo non compreremo nuovi caccia e, alla luce dei contratti in essere già siglati dal precedente esecutivo, stiamo portando avanti un’attenta valutazione che tenga esclusivamente conto dell’interesse nazionale”.
Un singolo velivolo, che nel 2001 aveva un prezzo previsto attorno ai 70 milioni di dollari, è poi passato ad almeno 120 milioni. Il programma, il cui costo complessivo oscilla tra i 13 e i 18 miliardi, ha una durata lunghissima, pluridecennale, fino alla scadenza massima del 2047. La spesa annuale si dovrebbe aggirare attorno ai 500 milioni.
Non a caso Trenta ha detto che “sarebbe bene riuscire, a livello politico, ad allungare il periodo all’interno del quale comprare questi F35, perché ci permetterebbe di avere un po’ più di budget a disposizione da investire invece su progetti europei”. La ministra ha detto che “in questo modo l’impegno lo rispettiamo, pure se qualcosa perderemmo comunque, ma saremmo in grado una parte di bilancio annualmente, da utilizzare per altri progetti di investimento, importanti anche per la difesa europea”.