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Facebook, Fbi e Giustizia Usa indagano su Cambridge Analytica

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Fbi e il dipartimento Usa della Giustizia stanno portando avanti un’indagine su Cambridge Analytica, la società britannica al centro dello scandalo sui dati degli utenti di Facebook. A riferirlo è il New York Times, che cita un funzionario americano e altre fonti ben informate sull’inchiesta. Il quotidiano newyorkese spiega che diversi potenziali testimoni sono già stati ascoltati. Per esempio le autorità hanno provato a interrogare ex dipendenti della società, nonché banche che gestivano i suoi affari.

L’inchiesta, riferisce il Nyt, sembra concentrarsi sui finanziamenti di Cambridge Analytica e sull’uso che ha fatto dei dati personali degli utenti di Faceboook. E una traccia sulla pista dell’indagine la fornisce il fatto che uno degli inquirenti è Brian Kidd, fra i responsabili della sezione del ministero della Giustizia incaricata delle frodi finanziarie; ad assisterlo, almeno un agente dell’Fbi incaricato di cyber-crimini. Secondo quanto risulta al giornale, Kidd questo mese si è recato a Londra insieme a un altro procuratore del dipartimento della Giustizia e a un agente dell’Fbi per intervistare un ex dipendente di Cambridge Analytica, Christopher Wylie, fra i più critici nei confronti della società. “Posso confermare che sono stato contattato dall’Fbi e dal dipartimento della Giustizia e ho risposto a domande preliminari”, ha dichiarato Wylie in una breve intervista, aggiungendo che “abbiamo bisogno di incontrarci di nuovo per fornire risposte sostanziali agli investigatori”.

Per il New York Times, “non è chiaro se l’indagine sia legata all’inchiesta guidata dal procuratore speciale Robert Mueller” sul Russiagate, ma secondo un funzionario della società almeno due dirigenti di Cambridge Analytica a dicembre sono stati interrogati a Washington dalla squadra di Mueller.

Cambridge Analytica è accusata di avere raccolto senza il loro consenso e sfruttato i dati personali di oltre 50 milioni di utenti di Facebook. Queste informazioni sarebbero state utilizzate per elaborare un software che permettesse di influenzare il voto degli elettori, al fine di pesare sulla campagna elettorale delle presidenziali Usa del 2016, vinte dall’attuale presidente Donald Trump. La compagnia ha negato con forza di avere sfruttato i dati per la campagna elettorale del 2016 e sostiene di avere cancellato i dati ottenuti in violazione delle condizioni del social network.

All’inizio del mese la società ha annunciato di avere avviato una procedura di insolvenza e ha cessato “immediatamente tutte le operazioni”, ritenendosi “calunniata per attività legali” e “numerose accuse infondate”.

 

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