Fca ha deciso di rivedere il proprio piano di investimenti in Italia da 5 miliardi di euro dopo l’approvazione delle tasse sull’acquisto di auto di cilindrata medio-alta e diesel. Ad annunciarlo il ceo di Fca, Mike Manley, parlando con i giornalisti a margine dell’Auto Show di Detroit, come riporta Reuters sul suo sito. “Certamente il piano deve essere riesaminato di nuovo. È in corso di revisione in questo momento” e “fino a quando la revisione non è finita non posso commentare ulteriormente”, ha dichiarato Manley.
Una presa di posizione che ha subito messo in allarme i sindacati. “L’amministratore delegato di Fca da Detroit ha valutato positivamente la vendita di Magneti Marelli, i risultati finanziari per proprietà e azionisti, ma ha anche dichiarato che sono in discussione piano di investimenti, industriale e occupazionale in Italia. Queste dichiarazioni mettono a rischio l’occupazione per i lavoratori degli stabilimenti italiani che da anni sono in cassa integrazione perché i piani industriali dichiarati non sono stati realizzati“, ha affermato in una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive.
“La Fiom – ha aggiunto De Palma – aveva ritenuto il piano presentato dal nuovo amministratore delegato, importante ma in ritardo nella svolta ibrida ed elettrica, e vista la mancanza di nuovi modelli Maserati e di auto di massa non avrebbe certamente risolto il problema della piena occupazione in poco tempo. La Fiom, alla luce dell’andamento negativo del mercato dell’auto, della riduzione dei volumi prodotti da Fca già nel 2018 in Italia, delle normative su emissioni e incentivi alla vendita, della scadenza degli ammortizzatori sociali negli stabilimenti a partire dal polo torinese (Mirafiori e Grugliasco) e di Pomigliano d’Arco e Nola, ritiene indispensabile l’apertura di un confronto per mettere in atto tutte le azioni utili a impedire il rischio di chiusura di interi stabilimenti”.
Il sindacato dei metalmeccanici ha inoltre chiesto un intervento del governo: “La Fiom chiede alle altre organizzazioni sindacali l’avvio di un confronto unitario, e invita il governo alla convocazione di un tavolo. La Fiom in assenza di garanzie per i lavoratori, deciderà nelle assemblee le iniziative da dover tenere per scongiurare i rischi sul futuro degli stabilimenti italiani”.
Preoccupato anche Dario Basso, segretario generale della Uilm di Torino.”Come temevamo l’ecotassa ha causato il rallentamento degli investimenti di Fca nel nostro Paese, il governo costringe le aziende del settore auto a fare harakiri“. “A questo punto – ha proseguito Basso – l’unica mossa sensata da parte dell’esecutivo sarebbe fare un passo indietro, modificare il provvedimento e convocare al più presto azienda e sindacato per un chiarimento”.