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Ferrari: la rivalità Vettel-Leclerc e gli harakiri da non ripetere

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Una cosa è certa: a Interlagos si è toccato il fondo. Il contatto suicida tra le due Rosse ha portato zero punti in classifica ma un mare di spunti su cui tristemente riflettere, tacendo della figuraccia fatta in mondovisione. Perché il penultimo appuntamento di una stagione che Maranello, in termini di risultati, si augurava ben diversa ha coinciso con la fragorosa esplosione del difficile equilibrio tra il veterano e il giovane.

C’era da riscattare il flop di Austin, invece le aperture di siti e giornali sono tutti dedicati – oltre al trionfo di Max Verstappen – al disastro che ai box ha gelato il team principal Mattia Binotto. Casomai ce ne fosse bisogno, in Brasile è arrivata la conferma di una convivenza, quella tra Sebastian Vettel e il rampante Charles Leclerc, da sempre complicata. Un rapporto teso, riflesso anche – soprattutto – dai pepatissimi commenti che i due piloti si sono scambiati in seguito al fattaccio. E chissà quante ancora se ne sarebbero dette, il tedesco e il monegasco. Ovviamente, ad accrescere la tensione ci hanno pensato anche le difficoltà riscontrare dalla Rosse in questa stagione: la vittoria, si sa, è la miglior medicina per coprire i problemi. E’ altrettanto chiaro che quanto accaduto sul circuito brasiliano non potrà essere derubricato a semplice incidente-screzio, anche perché la coppia dovrà necessariamente coesistere anche nel 2020, su questo non si discute.

“È stato un contatto minimo ma dalle enormi conseguenze”, ha commentato a fine gara Binotto. “Siamo delusi e dispiaciuti, i piloti devono rendersi conto che hanno danneggiato la squadra. Le conseguenze sono tante, analizzeremo insieme cosa è successo. Erano liberi di gareggiare fra di loro per la classifica individuale piloti – ha aggiunto – ma sono piccoli errori che si pagano come squadra e come immagine. Non va bene. Le cose succedono sempre in due e ognuno di loro ha una parte di colpa”.

Parole che non lasciano spazio a tante interpretazioni. Se scatterà la punizione per Vettel e Leclerc è quello che si vedrà. Di certo, in casa del Cavallino, prima del rompete le righe di fine anno si dovrà portare avanti un non facile lavoro di ricucitura. E possibilmente tornare a fare squadra in pista in vista del gran finale di Abu Dhabi, dove le Rosse proveranno a chiudere con un podio.

Archiviato un amaro 2019, si dovrà iniziare a guardare al prossimo anno. Dove, non c’è nemmeno da dirlo, nella rincorsa al titolo che continua a sfuggire, non potrà esserci spazio per personalismi o duelli interni. Vero che la storia della F1 è ricca di situazioni in cui la convivenza tra due ‘big’ – o comunque due piloti che non si prestano a fare da scudieri all’altro compagno – si è rivelata di non facile conduzione.

Anche la corazzata Mercedes ha avuto i suoi grattacapi nella gestione di Hamilton e Rosberg, ma in quel caso il team era talmente dominante da riuscire a smussare ogni spigolo. Ma se la squadra viene sempre e prima di tutto, la domanda è sempre quella: quanto Vettel sarà disposto a lasciare spazio al lanciato Leclerc? E quanto l’enfant prodige vorrà frenare l’ambizione di superare il maestro? Dilemmi che Binotto dovrà risolvere al più presto.

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