Compatti, granitici e con una certezza: non ci sarà un 29 gennaio bis. In una calda giornata di settembre romano, prende sostanza il gruppo delle cosiddetti ‘componenti ribelli’ al commissariamento della Figc composto da Cosimo Sibilia (Lega nazionale dilettanti), Gabriele Gravina (Lega Pro), Damiano Tommasi (Aic) e Marcello Nicchi (Aia). I quattro si presentano a Palazzo Chigi per un colloquio con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti, e gli spunti non mancano.
“Con Giorgetti abbiamo parlato di politica sportiva. Ci siamo presentati al sottosegretario come un gruppo molto compatto. Oggi siamo uniti e consapevoli del fatto che noi dobbiamo comunque dare alla federazione una governance eletta democraticamente”, spiega sorridendo Gravina.
Il 22 ottobre andrà in scena l’assemblea elettiva e come ha ricordato il numero 1 del Coni, Giovanni Malagò, “si va a votare con lo statuto vecchio ma con tutte le regole nuove”. Poche chance quindi per Giancarlo Abete – per limite dei mandati -: la sensazione è che a candidarsi alla fine sarà uno tra lo stesso Gravina e Sibilia. Tutti assicurano al momento che a Chigi non si è parlato di candidature, ma il numero uno della Lnd rassicura: “Il candidato farà parte del 73% della coalizione che dal 18 maggio ha chiesto le elezioni a Fabbricini”.
Presidente condiviso – Un punto fermo che è che non ci saranno nuove elezioni flop come nel gennaio scorso, circostanza che portò poi al commissariamento. “Il 22 ottobre avremo un presidente. La fumata bianca arriverà con la condivisione di tutti e con la scelta da parte nostra. Nessuno esclude nessuno e nessuno vuole escludere nessuno, noi stiamo lavorando con serenità e tranquillità”, spiega Nicchi che a nome del gruppo dei ribelli apre anche al possibile contributo della Serie A, finora silente sul caos elezioni. Tra i quattro non c’è nessuna “ipotesi di conflitto”, mentre prevale una critica corale al commissario straordinario Roberto Fabbricini. “Probabilmente non ha maturato in così breve tempo l’esperienza per poter indicare la strada giusta per poter riformare il calcio italiano. Sui comunicati ufficiali del commissario straordinario abbiamo molte, tante perplessità”.
La strada per Fiumicino è tracciata: se il fronte dei ribelli rimarrà unito sarà difficile per tutti trovare un candidato credibile. Con la speranza che il marasma del pallone italiano del 2017 rimanga solo un ricordo.