Decine di persone in coda agli sportelli del Caf Uil di Giovinazzo (Bari) in Puglia per richiedere i moduli per il reddito di cittadinanza, dopo la vittoria dei Cinquestelle alle elezioni. Lo racconta un’operatrice del settore. Non sembra l’unico episodio, secondo quanto riferisce il responsabile del centro servizi per l’occupazione Porta Futuro del capoluogo pugliese, ma la vicenda è stata subito smorzata dalla consulta nazionale dei Caf che parla di casi isolati.
Come riporta in una video intervista di Radio Capital l’operatrice del Caf pugliese Valeria Adriano, “subito dopo la tornata elettorale la gente – poco meno di una cinquantina di persone, molte in coppia – si è rivolta ai nostri sportelli per accedere a una domanda di sostegno al reddito”. Erano persone “molto giovani”, “semplici”, “che fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena”, con un titolo di studio “medio”. Dopo aver spiegato che al momento la legge italiana non prevede il reddito di cittadinanza, la funzionaria del Caf ha suggerito loro di usare gli strumenti esistenti come il reddito di inclusione e il reddito di dignità previsto dalla Regione Puglia. Alcune di queste persone si sono poi recate in altri Caf e agli sportelli comunali per chiedere conferma dell’inesistenza della norma.
Dopo un giro di telefonate è risultato che al Caf Cisl di Pomigliano d’Arco (Napoli) non si sono verificati casi simili. Mentre a Bagnoli l’operatore, a domanda specifica, ha ripetutamente risposto: “Noi non lo facciamo”, incurante della segnalazione circa il fatto che la legge non lo preveda ancora. Contattata, una privata cittadina di Giuliano – il cui numero di casa è erroneamente indicato sul sito ufficiale al posto di quello di un Caf Cisl in provincia di Napoli – si arrabbia e risponde: “E’ una grandissima bufala, ma cosa credete che non sappiamo che il nuovo governo non è ancora insediato? Ci prendono per scemi. Io ho votato il M5s ma non per questo vivo nell’800”.
Smorza i toni la sede Caf Uil di via Marano a Salerno. “Ci sono stati pochissimi casi – riferisce l’operatore Ernesto – parliamo di 10-15 persone nell’arco di tre mesi. E poi bisogna vedere, perché spesso si fa confusione: c’è chi viene a chiedere il reddito di cittadinanza, ma intende ‘reddito di inclusione’, una misura che esiste già”. Anche gli uffici Caf Cisl di Bari non si sono verificati casi simili a quelli di Giovinazzo e confermano che tra i richiedenti può capitare di fare confusione nella terminologia, a prescindere dal reddito di cittadinanza.