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Fincantieri, Gentiloni: “Difendiamo interessi italiani”. Oggi ministro Le Maire a Roma

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“Attendiamo proposte, certamente tra Paesi amici ed europei bisogna collaborare. Noi difendiamo gli interessi degli italiani e i nostri interessi nazionali, lo facciamo con tranquillità ma anche con forza”. E’ il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, a dettare la linea del governo su Fincantieri, alla vigilia dell’incontro, al Mef, tra il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il suo omologo francese, Bruno Le Maire, che oggi sarà a Roma.

“Su Stx condivido quanto detto da Calenda e Padoan: l’Italia non farà un passo indietro, non è accettabile che ci possa essere una maggioranza coreana al 66% e non una maggioranza italiana. Su questo non ci muoveremo di un millimetro ma speriamo invece che, aprendo anche ad un ragionamento più approfondito sulla parte militare, possa esserci un accordo complessivo”. Ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti

Le sue parole rieccheggiano quelle del ministro Calenda, che stasera ha discusso del dossier con il premier e con il ministro dell’Economia. “Abbiamo detto ai francesi che noi, senza il controllo, non la prendiamo”, aveva detto Calenda a Capalbio domenica sera. “Ridiremo che, senza il controllo, non la prendiamo”.

“Mentre loro si prendono la nostra Telecom, noi con Fincantieri veniamo tagliati fuori”, ha affermato Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle, dal festival de La Versiliana. “In politica internazionale ci sono accordi, non regole – è la premessa del deputato -. Allora noi ci riprendiamo la nostra rete telefonica, strategica. Non dobbiamo litigare con Macron, dobbiamo iniziare a imitarlo”.

Poi, riferendosi alle parole del segretario del Pd Matteo Renzi, secondo cui il governo italiano in questo momento è più debole, Di Maio ha detto: “Se lo dice il segretario del Pd che questo è un governo debole… Un governo è debole se non ha una forte legittimazione elettorale. Merkel e Macron fanno gli interessi del loro Paese, vorrei una classe politica che facesse gli interessi dell’Italia”.

Qualche giorno fa, l’Eliseo di Emmanuel Macron ha fatto sapere che non avrebbe accettato una maggioranza italiana per il cantiere navale di Saint Nazaire, sulla foce della Loira. Il porto era stato gestito, in maniera non certo brillante, dai sudcoreani di Stx. Quando questi hanno chiesto di uscire, un paio d’anni fa circa, all’Eliseo c’era François Hollande, il quale vedeva di buon occhio una soluzione “italiana” per Saint Nazaire. Si era quindi arrivati ad un “salvataggio” con Fincantieri che si era aggiudicata il 66% dell’azionariato dai coreani.

Macron, però, non è dell’avviso del suo predecessore: ecco quindi una proposta di compromesso per dividere la proprietà a metà tra italiani e francesi, con un 50 e 50. Di fronte al no italiano a questa offerta, Macron ha utilizzato il diritto di prelazione previsto dal contratto di vendita a Fincantieri: ha sostanzialmente nazionalizzato la gestione di Stx a Staint Nazaire, bloccando gli italiani.

Il presidente francese Emmanuel Macron avrebbe incaricato il suo ministro dell’Economia di allargare i negoziati sul dossier Stx-Fincantieri alla cooperazione militare. Questo è quanto riferiva il ‘Journal du dimanche’, che domenica ha pubblicato le parole di Le Maire, secondo cui “si tratta di un gesto di apertura che fa il presidente della Repubblica: fin qui, si è parlato su una base di cooperazione nel settore industriale civile, cioé in sostanza di realizzare di navi da crociera”.

“Bene – spiega Le Maire al ‘Journal du dimanche’ – noi diciamo ai nostri amici italiani: guardiamo anche a quel che possiamo fare nel settore militare, più precisamente con le navi, e costruiamo un grande campione dell’industria navale europea”. Se non ci sarà accordo tra Italia e Francia sul dossier Fincantieri-Stx, “rimarremo nella situazione attuale e cercheremo degli altri acquirenti”, continua il ministro francese, sottolineando che “noi non ci auguriamo che questo accada”.

Le Maire, però, evita di usare la parola ‘nazionalizzazione’. Una nazionalizzazione significa “prendere in maniera stabile il controllo di una attività economica, reputando che lo Stato la condurrà meglio di un attore privato”, afferma. “Al contrario – incalza il ministro francese – io credo che i cantieri navali debbano essere diretti da attori privati, con una partecipazione dello Stato, ma con delle garanzie”. Per il ministro “se non ci sono delle garanzie, non ci sarà accordo” con l’Italia, giacché “la Francia protegge i suoi interessi, come lo fanno la Cina o gli Stati Uniti”.
 

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