All’esordio internazionale, Giuseppe Conte conferma l’asse con Donald Trump e l’apertura alla Russia, ma rallenta sullo stop alle sanzioni e assicura “saremo portatori di una posizione moderata”. Il premier è arrivato al G7 di Charlevoix in Canada con un primo tweet dall’effetto dirompente sull’appoggio alla posizione del leader Usa, salvo poi procedere con molta più cautela prima di sedersi per la prima volta al tavolo dei leader mondiali, dove ‘l’avvocato del popolo italiano’ vuole “portare gli interessi dei cittadini”, ha spiegato, forte di una “legittimazione politica molto intensa” data, oltre che dal voto del 4 marzo alle forze politiche che lo sostengono, dalla larga maggioranza conquistata in Parlamento.
Gli argomenti sul tavolo sono molti e Conte cerca di muoversi con attenzione, in un delicatissimo equilibrio tra le posizioni gialloverdi e un posizionamento italiano ben più prudente. A partire dai dazi, su cui “ci sono stati dichiarazioni molto veementi di Trump e di paesi europei, saremo portatori di una posizione moderata”. Passando, appunto, all’inclusione della Russia nel summit dei big mondiali: l’Italia, ricorda Conte, “è stata sempre tradizionalmente fautrice della considerazione della Russia nell’ambito del G8”. Una posizione che lo allinea a quella del leader statunitense, ma possibilità di mettere il veto sul rinnovo delle sanzioni Conte è prudente: “valuteremo nel confronto con altri partner. C’è sensibilità nell’apertura al dialogo, questo non significa stravolgere un percorso attualmente definito ed è collegato all’attuazione degli accordi di Minsk”.
L’impegno canadese è però per il neopremier, arrivato a Charlevoix con un volo di stato che ha suscitato le polemiche e le ironie del Pd – ma non ha usato l’aereo di Renzi, ha precisato il suo staff – l’occasione per prendere contatti e iniziare il dialogo con gli altri leader, a partire da quelli europei. Con cui avrà l’importante confronto del Consiglio europeo di fine giugno.