Scontri tra manifestanti e forze dell’ordine hanno fatto, questo pomeriggio a Lucca, da cornice ai lavori del G7 dei ministri degli Esteri. Le delegazioni sono arrivate alle 16, in una città blindata e quasi deserta all’interno delle mura. Contemporaneamente, nei viali esterni, si snodava la manifestazione dei movimenti contrari al vertice.
Circa duecento persone che, in corteo, dietro lo striscione ‘La Toscana contro il G7’, hanno intonato slogan contro il vertice e i governi rappresentati. Tutto si è svolto pacificamente fino a quando, davanti alla porta di San Jacopo, alcuni manifestanti, riparati da una rete metallica, hanno cercato di forzare il cordone di agenti che proteggevano il varco. la polizia ha risposto con una carica di alleggerimento prolungato. Bilancio: sei poliziotti contusi e tre persone fermate tra i manifestanti, uno dei quali rimasto ferito.
La tensione è proseguita per tutto il pomeriggio, ma non ci sono stati altri scontri di rilievo, anche se i dimostranti sono rimasti davanti alla questura di Lucca per chiedere il rilascio dei loro compagni fermati. Intanto, i cittadini osservavano in silenzio quanto stava accadendo. All’interno delle mura, poi, i pochi residenti rimasti in città, continuavano a svolgere le loro attività quotidiane senza mostrare segni di disagio per le limitazioni imposte per motivi di sicurezza. Una calma surreale che contrastava con le grida e le sirene di ambulanze e mezzi di polizia che provenivano dall’esterno.
Una cornice di tensione, in sintonia con quanto avviene sullo scacchiere internazionale, con la guerra in Siria, il terrorismo e i test missilistici della Corea del Nord a prendersi la scena e in cima all’ordine del giorno dei lavori del vertice di oggi. Già in mattinata, da Sant’Anna di Stazzema, sul luogo dell’eccidio nazifascista del 1944, il segretario di Stato statunitense, Rex Tillerson, aveva lanciato un chiaro monito: “Noi vogliamo essere coloro che sanno rispondere a quanti creano danni agli innocenti, in qualunque parte del mondo”. Una dichiarazione pronunciata in un luogo simbolo dell’orrore delle guerre, un borgo dove vennero massacrate 560 persone, delle quali oltre cento erano bambini. Poco dopo, appena giunte le delegazioni a Palazzo ducale di Lucca, il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, ha annunciato che con i suoi omologhi del G7 sta esaminando possibili nuove sanzioni contro la Siria e alcuni militari Russi.
Mentre il cielo di Lucca era sorvegliato da droni ed elicotteri, il ministro britannico e il capo della diplomazia statunitense hanno avuto un incontro bilaterale. Al centro del colloquio il mandato da dare a Tillerson in vista del suo viaggio di domani a Mosca, dove incontrerà il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, per un confronto che si annuncia pieno di incognite. Un “mandato chiaro” per Tillerson per lanciare, a nome dell’Occidente, un ultimatum alla Russia . “Quello che stiamo cercando di fare – ha detto Johnson in una dichiarazione rilanciata dalla stampa britannica – è dare a Rex Tillerson il mandato più chiaro possibile da noi come Occidente, il Regno Unito e tutti i nostri alleati”.
Per Johnson la Russia, ha proseguito il ministro britannico, va messa di fronte a una scelta: “Rimanete legati a quel tiranno”, riferendosi al presidente siriano Assad, “o collaborate con noi per trovare una soluzione migliore”.
Un ricco antipasto di quanto verrà discusso domani, quando il vertice entrerà nel vivo e verrà redatto il documento finale. Ma prima che le sette delegazioni si siedano al tavolo per la conclusione dei lavori, al Palazzo Ducale si terrà una riunione speciale sulla Siria, allargata ai ministri degli Esteri di Turchia, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Giordania e Qatar. La decisione di invitare i ministri dei cinque Paesi è stata concordata tra le diplomazie di Italia, Francia, Germania e Regno Unito. Cercare intese sempre più larghe per una soluzione al conflitto è lo scopo dell’Italia e degli altri paesi europei del G7. Anche perché altri scenari di crisi incombono, e il terrorismo di matrice fondamentalista islamica è ormai entrato nel cuore delle piazze e delle strade di molte capitali europee.