Va immediatamente messo in sicurezza o abbattuto il moncone est del Ponte Morandi, il pezzo, cioé, che è rimasto in piedi sul lato di levante del crollo e che passa sopra alle case (evacuate) di via Fillak e via Porro. Lo ha fatto sapere la Prefettura di Genova che ha dato tempo due giorni a Autostrade per l’Italia per risolvere il problema. La catena che ha portato alla decisione, è stata la seguente: nella notte, il prof Roberto Ferrazza (che preside la Commissione sul crollo istituita presso il Ministero), ha terminato i suoi sopralluoghi e la relativa relazione lanciando l’allarme: Ci sono forti segni di corrosione sul pilone 10. il moncone è pericolante e il rischio di un crollo molto elevato.
L’informazione ha raggiunto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti (che è anche commissario per l’emergenza). Immediata una riunione in Prefettura e la decisione di dare 48 ore di tempo a Autostrade per intervenire e sistemare la questione o mettendo in sicurezza il pezzo di ponte o facendolo crollare in modo controllato (operazioni, entrambe, tutt’altro che semplici). Chiaramente, tutta la zona è off limits e, in caso di crollo non dovrebbe esserci pericolo per le persone, ma se il moncone venisse giù improvvisamente e in modo non controllato, potrebbero esserci problemi sulla linea ferroviaria e le strade circostanti.
Ed ecco il testo della lettera che Toti ha inviato a strettissimo giro a Autostrade per l’Italia e la Ministero dei Trasporti: “Stante le rilevate condizioni di pericolo, si resta in attesa di conoscere le attività che Società Autostrade per l’Italia, in quanto soggetto gestore dell’infrastruttura autostradale A10, intende immediatamente porre in essere, nel rigoroso rispetto delle azioni richieste dall’autorità giudiziaria, per la messa in sicurezza o demolizione dei tronconi del viadotto non collassati ed instabili”. Il testo di Toti prosegue così ricordando i compiti di manutenzione e sicurezza della concessionaria: “obblighi del soggetto gestore dell’infrastruttura in merito alle attività di verifica, consolidamento, messa in sicurezza o demolizione dei tronconi del viadotto non collassati e instabili”. La lettera è stata inviata per conoscenza anche alla Procura della Repubblica di Genova, alla Prefettura, al capo del Dipartimento nazionale di protezione civile e al sindaco Marco Bucci.