“Le sfide internazionali non si risolvono con i muri. L’illusione di rispondere alle tensioni che abbiamo davanti difendendo ciascuno il proprio interesse nazionale, contrapponendo Paesi a Paesi è un’illusione. Non si risponde a queste sfide con i muri, si risponde con un lavoro comune”. In occasione del suo discorso all’assemblea generale dell’Onu a New York il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni lancia un monito agli alleati.
“Prevenzione – sottolinea – significa tutto, tranne costruire barriere. Significa soprattutto realizzare uno sviluppo inclusivo e sostenibile. Non possiamo cavarcela da soli di fronte alle minacce derivanti da regimi autocratici, crisi ambientali, terrorismo. La risposta può essere soltanto comune”. Tra i punti sul tavolo alle Nazioni Unite c’è anche il nodo Tripoli. Gentiloni ribadisce che l’obiettivo è “proporre, chiedere, sollecitare alle Nazioni unite di tornare in forze in Libia” la cui stabilizzazione rappresenta una priorità. Il premier non ha paura di ribadire un secco ‘no’ a “qualunque ipotesi di soluzione militare” e propone la via del “dialogo inclusivo”. Anche perchè, aggiunge in un dibattito di alto livello sul peacekeeping, “i problemi dell’Africa sono i nostri problemi”. Naturalmente la riflessione sulla Libia non può prescindere da quella sul fenomeno migratorio. Secondo Gentiloni, per affrontare la questione migranti, “non basta la generosità dei singoli, ma serve una risposta globale”.
“Dobbiamo rispondere – spiega – con compassione, intelligenza e visione”. La dimensione comunitaria prevale nel discorso del premier che insiste sulla sua necessità per affrontare le sfide globali. Anche per questo ribadisce il pieno sostegno all’azione dell’Onu in Siria, sottolineando la necessità di accertare “le responsabilità di chi compie crimini atroci”. Gentiloni affronta poi con coraggio il tema del rinnovamento delle Nazioni Unite. Si dice d’accordo con “i piani di riforma” del Segretario Generale, “incluso il suo impegno per il raggiungimento della parità di genere anche come strumento per rafforzare l’efficienza dell’organizzazione”. Non solo, l’ex titolare della Farnesina auspica “anche la riforma che consenta di rendere il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite maggiormente democratico, efficace e rappresentativo dell’intera membership dell’Onu, e che faccia sì che questa membership sia ampliata”.
In mattinata, invece, ecco la riflessione su Donald Trump: “Con lui prevalgono di più i punti di contatto” rispetto ai punti di divergenza. “Io penso che Trump abbia portato qui alle Nazioni Unite la sua visione, una visione con cui ha vinto le elezioni negli Stati Uniti, e una visione che dobbiamo rispettare, perché viene da un nostro alleato”, spiega. Infine uno sguardo all’Italia, sottoforma di rassicurazioni sulla nota di aggiornamento a due giorni dall’approvazione in Cdm. La nota includerà previsioni economiche sul Pil “molto più alte rispetto a quelle del Def” e questo “darà possibilità di margini di deficit diverse e migliori” rispetto a quanto previsto nei mesi scorsi”. Gentiloni rincara la dose, sorridendo e spiegando che sulle previsioni anche “l’Ocse stessa le corregge, ed è una correzione enorme: per lo stesso istituto, rispetto a giugno, la crescita italiana aumenta del 40%”.