Esprimere il proprio dissenso contro il Green pass è un diritto. Ma ci deve essere un “bilanciamento”, perché accanto a quello di manifestare, c’è anche “il diritto al lavoro, allo studio, alla salute” di quei cittadini “che si sono vaccinati, seguono le regole” e vogliono avere “spazi di vita sicura”. E’ con queste parole che la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese – intervenuta all’Assemblea nazionale dell’Anci a Parma – legittima il giro di vite con il quale il Viminale ha deciso di limitare tutte le manifestazioni.
Consentiti solo sit-in
A partire da oggi, infatti, saranno consentiti solamente sit-in. Quindi stop ai cortei in giro per i centri storici, solo manifestazioni ‘statiche’, ben lontane da obiettivi sensibili – come sedi di partito, sindacati e luoghi istituzionali – ma anche dai negozi del centro che, a causa delle manifestazioni fissate ormai ogni sabato del mese, continuano a lamentare perdite di fatturato: il 30%, secondo la stima di Confcommercio. Queste manifestazioni “hanno messo a dura prova non solo i cittadini, ma anche le attività commerciali”, rimprovera Lamorgese. E questo, paradossalmente, in un momento “di ripresa economica”.
La titolare del Viminale, ringraziando i sindaci per la “difesa della sicurezza ma anche della salute dei cittadini”, ricorda che “siamo in un periodo di pandemia” e rischiamo “un aumento di contagi”, per cui “bisogna stare attenti”. Per questo motivo Lamorgese ha emanato una direttiva – inviata a questori e prefetti – che, oltre a quanto già ribadito nei giorni scorsi nella nota diffusa dal sottosegretario Sibilia – “riconosce il diritto alla manifestazione, ma secondo regole ben precise”. Le regole prevedono che i prefetti possano “individuare specifiche aree urbane sensibili, di particolare interesse per l’ordinato svolgimento della vita della comunità” che “potranno essere oggetto di temporanea interdizione” per la durata “dello stato di emergenza” dovuto al Covid. I questori, dunque, potranno vietare i cortei e, “laddove necessario” potranno “adottare divieti e prescrizioni riguardanti lo svolgimento delle manifestazioni”.
Inoltre, ai Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza spetterà valutare “profili di criticità” per i cortei anche “alla luce dell’andamento” della pandemia sul territorio. Il Viminale specifica che le restrizioni valgono per tutte le manifestazioni, non solo quelle contro il Green pass.
Obiettivo evitare i contagi
L‘obiettivo principale è evitare contagi, visto che si tratta di assembramenti di persone prevalentemente non vaccinate. Così come è accaduto a Trieste dove “per colpa delle manifestazioni abbiamo avuto il più grande cluster della storia della pandemia in Friuli Venezia Giulia”, tuona il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, non nascondendo il timore che “entro fine mese, probabilmente anche prima, andremo in zona gialla”.
A Milano, intanto, per sabato 13 novembre è prevista una nuova manifestazione contro il Green pass (alla quale parteciperà anche l’avvocato e attivista no-vax Robert F. Kennedy jr., nipote dell’ex presidente John F. Kennedy) ma, alla luce della direttiva del Viminale, sarà “un film diverso rispetto a quello visto finora”, assicura il questore di Milano Giuseppe Petronzi, che fa sapere che senza “un percorso realmente condiviso” verranno consentiti solo “presidi statici” e ai manifestanti non sarà “consentito di infastidire i poveri automobilisti e la collettività”. Anche il primo cittadino, Beppe Sala, parla di “grande beneficio” che la città trarrebbe dalle manifestazioni statiche che “riconoscano il diritto di manifestare” ma che, soprattutto nel periodo natalizio, “permettano di salvare il lavoro” dei commercianti”.