“Il Mes è stato criticato e combattuto da molti, ma ora è uno strumento finanziario totalmente diverso da quello del passato”. Va in pressing sul governo Nicola Zingaretti: “Le destre sono abituate a cavalcare i problemi e non a trovare soluzioni per risolverli – insiste il segretario dem – Il motivo è semplice sui problemi delle persone ci campano e poco importa se, non risolti aggravano la situazione. Chi sta governando l’Italia ha il compito opposto. Io non credo possiamo permetterci ancora di tergiversare. La danza immobile delle parole, slogan, furbizie lasciamoli alle destre, noi anche nel nostro partito dedichiamoci a dare risposte alle persone e ricostruire l’Italia uniti. Questa è la missione del Pd”. Zingaretti dalle pagine del Corriere della Sera di lunedì mattina indica “alcuni grandi filoni su cui ragionare ma soprattutto bisogna partire”: “Investire nella ricerca, rivoluzionare e digitalizzare il settore sanitario, dare più centralità a medicina territoriale e distretti, dare più forza alla medicina di base, riformare i servizi per anziani e malati cronici, modernizzare e adeguare gli ospedali, aumentare gli investimenti nel personale sanitario, garantire l’accesso alle terapie, ampliare le borse di studio, aumentare i posti finanziati per gli specializzandi”.
Zingaretti ternta di mettere alle strette il premier Conte sul dibattuto tema in maggioranza. Il Mres serve in primis alla Sanità: “è evidente la necessità di promuovere il potenziamento e l’ammodernamento del nostro sistema sanitario: rafforzare gli ospedali, puntare sulle tecnologie digitali, aumentare la presenza sui territori, l’assistenza domiciliare, la prevenzione, sostenere la ricerca e costruire un nuovo sistema di presa in carico delle persone, a cominciare dagli anziani”. Secondo il segretario del Pd “il sistema sanitario ha risposto ed è stato capace di uno sforzo immane: grazie agli operatori che ci hanno messo cuore e competenza, e grazie anche a una capacità di innovazione che forse neanche sospettavamo di avere. Ora però è il tempo di un salto nel futuro e di costruire un nuovo modello. L’attuale sistema di cura e presa in carico fondato su tre politiche distinte che spesso non comunicano – sanità, sociale e terzo settore – ha mostrato tutti i suoi limiti, non va più bene, è inadeguato. Rinascita è anche questo: avere una visione nuova, fondata su un modello di integrazione delle politiche sanitarie e sociosanitarie da realizzare con idee e investimenti. Si tratta di una parte fondamentale di quel nuovo modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale di cui spesso abbiamo parlato già prima del coronavirus. Ora sappiamo che è indispensabile e improcrastinabile”. Oggi, dice ancora, “possiamo avere le risorse mai viste prima per fare quei grandi investimenti che ci permetteranno di migliorare la qualità dell’assistenza e della cura delle persone e, insieme, anche di dare un concreto impulso alla ripresa economica. La spesa sanitaria e nella scienza è infatti un investimento produttivo decisivo, in un settore con un altissimo tasso di innovazione e livelli elevati di capitale umano”.
Irremovibile l’opposizione del M5S, ostile da sempre allo strumento finanziario europeo, anche nella sua versione modificata da Coronavirus: “la posizione del Movimento non cambia” commenta il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, esponente di spicco del Movimento 5 Stelle. “Quelli che arriverebbero dal Mes non sono soldi regalati – osserva il vice ministro allo sviluppo economico Buffagni in un’intervista al quotidiano online TPI. “Continueremmo ad accumulare debito che verrebbe dato in cambio di alcuni limiti e se non vuoi subirli, devi cambiare i trattati. Cosa che non si può fare dall’oggi al domani”. Il PD, aggiunge Buffagni, pensi a spendere i soldi stanziati per i loro ministeri.