Le inchieste sul traffico di esseri umani “stanno subendo un impasse”, per questo “richiedo strumenti essenziali per poter meglio lavorare e riprendere quelle azioni investigative che stavano producendo effetti. Uno strumento interessante potrebbe essere le intercettazioni satellitari“. Lo ha chiesto, davanti alla commissione Difesa del Senato, il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, finito al centro delle polemiche dopo le dichiarazioni sui presunti legami tra ong e trafficanti. Secondo il magistrato, infatti, “gli scafisti ricevono indicazione di gettare gli apparecchi telefonici in mare se ci sono militari durante il soccorso, mentre se sopraggiungono imbarcazioni private i cellulari vengono trovati sul natante”.
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“Da settembre-ottobre 2016 – ha aggiunto – si è registrata una forte presenza di navi delle ong in acque territoriali più avanzate. Questo ha fatto in modo che i trafficanti abbiamo potuto utilizzare barche in condizioni peggiori, utilizzando alla guida alcuni degli stessi immigrati per garantirsi l’impunità“. Per questo, secondo il magistrato “la procura ha deciso di non far scattare più l’iscrizione nel registro degli indagati, se non per l’ipotesi di favoreggiamento”.
Lo scafista che trasporta gli immigrati, ha cambiato volto. Ora esistono “trafficanti occasionali” scelti “tra gli stessi immigrati” per condurre l’imbarcazione, ha spiegato il pm. “Non è una battaglia vana individuare i trafficanti che speculano sulle esigenze degli immigrati“. “Noi – ha continuato il magistrato – abbiamo constatato come il fenomeno dei migranti stia provocando un numero immenso di vittime e ci sono organizzazioni criminali che su questo traffico creano il loro impero e le loro ricchezze”.