Il voto on line su Rousseau per concedere o meno l’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini sul caso Diciotti “è un voto su Di Maio, non è un voto su Salvini”. Ne è convinto il professore Paolo Becchi, un tempo definito ‘ideologo’ del M5S, e che oggi si ritrova spesso tra le voci critiche del movimento.
Di Maio ha deciso di andare in ‘all in’?
“Salvini ha ragione a dire che il Governo andrà avanti e che il voto sulla Diciotti non avrà alcuna ripercussione. Se, però, la rete dovesse esprimersi con un risultato contrastante a ciò che tutti si aspettano e cioè con il sì al processo, anche se io lo ritengo poco probabile, è del tutto evidente che la leadership di Di Maio sarebbe messa in discussione. Un voto contro Salvini sarebbe in realtà un voto contro di lui”.
Giusto lasciar decidere gli attivisti?
“Il voto su Salvini è del tutto irrilevante. In base allo statuto attuale del M5S i senatori non sono vincolati alla decisione della rete. Ne devono tenerne conto ma se ritengono che è opportuno fare diversamente possono farlo. In realtà su una vicenda del genere, stando a quelli che erano i principi originari del movimento, non si sarebbe neanche dovuto discutere”.
E’ il momento più difficile per il M5S?
“Il problema è che il M5S al momento si trova in una grande crisi di identità. Dovevano aprire i palazzi della politica come scatolette di tonno, adesso sono loro dei tonni e nei palazzi ci sguazzano abbastanza bene. I vecchi principi non tengono più”
L’intervista completa nel flusso di notizie dell’agenzia LaPresse.