Garanzia per tutti i lavoratori a fine piano industriale e soprattutto l‘assunzione immediata di 10.700 unità. In questo caso il perimetro include i dipendenti delle affiliate di altri contratti elettrici e trasporti che sono 300 e che erano invece esclusi dallo schema proposto da Carlo Calenda, che era di 10.500.
L’accordo tra Arcelor Mittal e sindacati su Ilva si concretizza in un primo documento di 20 pagine, dense di numeri cruciali per il futuro dei dipendenti e del polo siderurgico di Taranto. Prima della ratifica formale manca la votazione in fabbrica ma i numeri totali sono importanti: 4,2 miliardi di euro di investimenti di cui 1,8 per il prezzo, 1,25 industriali e 1,15 in investimenti di carattere ambientale.
Nell’intesa è inserita nero su bianco la garanzia di assunzione a fine piano industriale – dopo l’agosto 2023 – da parte di AM per tutti i lavoratori che non avranno usufruito degli incentivi (per i quali il governo ha confermato i 250 milioni di euro). Si parla in questo caso di una somma di centomila euro lordi per il lavoratore disponibile ad andare via subito. In totale si stima, secondo fonti sindacali, che nei prossimi 3-5 anni saranno in totale tra i 400 e i 500 lavoratori ad essere vicini alla pensione. Di certo si è arrivati al famoso obiettivo zero esuberi e nello stabilimento di Taranto non si applicherà il Jobs Act: gli operai saranno assunti mantenendo integro l’articolo 18 e tutti i diritti pregressi, anche quelli economici e di anzianità. Per quanto riguarda il premio di risultato, con riferimento solo agli anni 2019 e 2020 sarà corrisposto una tantum con un importo lordo pari al 3% della retribuzione lorda fissa annua.
ATTENZIONE AD AMBIENTE. E se per l’Ilva di Genova è stato confermato l’accordo di programma, per il piano ambientale rimane assodato con l’ultimo addendum che per l’aumento della produzione di acciaio le emissioni complessive di polveri dell’impianto non debbano superare i livelli collegati alla produzione a 6 milioni. E per la diffusione delle polveri è stato ottenuto l’anticipo della copertura dei parchi minerari entro il 2019. Entro aprile 2019, infine, Mittal sarà obbligata a coprire il 50% della zona del parco più vicino al quartiere Tamburi. Nell’accordo spunta infine una clausola finale con la deadline del 13 settembre per il risultato finale dei referendum tra i lavoratori, che al momento in totale sono 13.500.