Le accuse sul franco africano, gli incontri tra M5S e i gilet gialli e, oggi, pesanti “questioni di confine sul comportamento della polizia doganale di Parigi” sollevate dal Viminale. Oltre a tutti gli attacchi a Macron sui migranti. Per la Francia la misura è colma e il Ministero degli Esteri di Parigi ha richiamato l’ambasciatore in Italia parlando di “attacchi senza precedenti”. Ingerenze e attacchi senza precedenti”
La portavoce ha precisato che l’ambasciatore è stato richiamato “per consultazioni” dopo che “per vari mesi la Francia è stata soggetta ad attacchi infondati e senza precedenza, dichiarazioni oltraggiose” dei leader italiani. “Le ultime ingerenze costituiscono una provocazione aggiuntiva e inaccettabile”, ha proseguito secondo una nota.
Il comunicato del Quay d’Orsa si riferisce anche alle incomprensioni emerse oggi “per questioni di confine” sollevate dal Viminale che ha spiegato che questa volta il problema riguarda il “comportamento della polizia doganale di Parigi”. “Sempre più frequentemente – comunicano le fonti del nostro Ministero degli Interni – alcuni agenti salgono a bordo dei treni italiani, a Modane, per operazioni di controllo che tengono fermi i convogli. Il risultato sono forti ritardi che danneggiano i viaggiatori e le imprese. Problemi anche per i responsabili dei treni italiani: in alcuni casi i convogli sono partiti con le Forze dell’Ordine ancora a bordo, e la circostanza ha fatto scattare reazioni particolarmente stizzite da parte di Parigi. Il responsabile che ha dato il via libera alla partenza (il capotreno italiano) rischia una misura detentiva doganale per opposizione allo svolgimento di funzioni, reato punibile con un anno di reclusione e multa da 15mila euro”.
“Il Viminale – concludono – ha già contattato i francesi, pretendendo rispetto e ragionevolezza. L’auspicio è individuare immediatamente un punto di equilibrio, uniformando le operazioni di controllo”.