Possiamo già considerarla una partita decisiva per l’Italia, probabilmente sì: anche se gli azzurri, storicamente, hanno il brutto vizio di gestirsi in questo genere di competizioni e di pensare che un pareggio inizialmente sia pur sempre meglio che il rischio di una sconfitta. In realtà, se ci ricordiamo com’è andata a finire in Sud Africa a suon di pareggi e soprattutto se pensiamo al fatto che in alcuni gironi estremamente equilibrati con tre squadre a giocarsi la qualificazione e una formazione esclusa in partenza a volte non bastano quattro, persino cinque punti.
I calcoli quindi è meglio lasciarli al dopo e concentrarsi molto su una partenza che sia convinta e soprattutto convincente contro una squadra che con noi si gioca praticamente quasi tutto. Quella con l’Inghilterra così come quella con l’Uruguay è una partita dentro-fuori.
L’Inghilterra non ha una buona tradizione contro l’Italia: due vittorie in undici partite con sei sconfitte e tre pareggi cui aggiungiamo la sconfitta nei quarti di finale di Euro 2012 ai calci di rigore. Un solo precedente ai mondiali: nella finalina per il terzo posto a Italia ’90 con gli azzurri che vincono per 2-1.
L’Inghilterra ha un bilancio di due sconfitte nelle sue ultime sedici partite di Coppa del Mondo e per il resto è assoluto equilibrio: sette vittorie e altrettanti pareggi.
Occhio a Rooney che ha segnato in tutte le partite ufficiali che ha giocato da Euro 2012 in poi (sette gol in tutto).
Italia invece sempre in gol da sedici anni a oggi: l’ultima partita in cui gli azzurri non segnarono risale al 3 luglio del 1998 contro la Francia. La curiosità è che quasi la metà dei gol che l’Italia ha segnato ai Mondiali arrivano da calci d’angolo, mentre dal 1996 a oggi la squadra azzurra è quella che ha concesso più gol in assoluto su tiri da fuori area.
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