“Non ho alcuna intenzione di ballare sulla musica suonata da Salvini, una musica pericolosa. Del Governo Lega-5Stelle penso il peggio, l’ho scritto e detto pubblicamente molte volte, soprattutto nei discorsi in Aula al Senato, che per me resta il tempio della rappresentanza e della volontà popolare” Così il l’ex presidente del Senato Pietro Grasso (LeU) in una nota. Il testo ha scatenato i dietro le quinte sulle possibili mosse delle opposizioni al voto di lunedì. “So bene che questa esperienza di Governo, per fortuna, è giunta al termine, e che presto i cittadini italiani saranno chiamati alle urne. Nonostante ciò, non vedo perché io e tutti i senatori di opposizione (di LeU, del Misto, del Pd, ma anche di centrodestra) dovremmo trasformarci nei ‘volenterosi carnefici’ al servizio di Salvini, e votare allegramente l’assurdo di una mozione di sfiducia al Governo presentata da Ministri tuttora ipocritamente e vergognosamente in carica e che intendono rimanere tali fino al giorno delle elezioni! Non vedo perché le opposizioni dovrebbero fare il lavoro sporco di un gruppo parlamentare che rappresenta il 17% del voto delle elezioni di marzo 2018”.
“Facendo i conti – prosegue la nota – basta poco per impedirlo. Preso dalla brama di potere Salvini ha fatto un errore: ha presentato una mozione di sfiducia potendo contare solo sui suoi 58 voti. Per questo chiedo ai senatori e alle senatrici di opposizione – noi che mai avremmo potuto votare la fiducia a Conte – di non partecipare al voto sulla mozione di sfiducia presentata dalla Lega. Disinneschiamo questa sciagurata pazzia voluta da Salvini con gli strumenti propri della democrazia parlamentare: oggi infatti Salvini non ha i numeri per rendere il Parlamento ostaggio dei suoi desiderata, né per disporre delle Istituzioni a suo piacimento, tra un comizio machista e un cocktail in spiaggia“.
Conclude Grasso: “Se la mozione proposta dalla Lega sarà votata solo dalla maggioranza (Lega e 5 Stelle), Conte non sarà tecnicamente sfiduciato. Politicamente dovrà ovviamente dimettersi, e sarà necessario un governo elettorale (non deve essere Salvini a gestire dal Viminale le elezioni, come ho spiegato ieri) ma i tempi della crisi passeranno dalle mani di Salvini a quelle, istituzionalmente corrette, del presidente del Consiglio e soprattutto del presidente della Repubblica. Non diamo noi per primi “pieni poteri” in questo momento di crisi a Matteo Salvini. Troppo a lungo ci siamo fatti imporre l’agenda: è il momento di cambiare musica”.