Il presidente Usa, Donald Trump, annuncerà la prossima settimana che “decertificherà” l’accordo sul nucleare iraniano, dicendo che non è nell’interesse nazionale degli Stati Uniti e sottoponendo la questione al Congresso. Lo riferisce il Washington Post, citando fonti familiari con la strategia della Casa Bianca relativa all’Iran. Si tratterebbe del primo passo di un processo che potrebbe portare al ripristino di sanzioni Usa contro Teheran, un colpo all’accordo sul nucleare raggiunto nel 2015 fra l’Iran e le potenze del 5+1 (cioè Usa, Russia, Cina, Regno Unito, Francia e Germania).
Entro il 15 ottobre gli Usa devono certificare se Teheran stia o meno rispettando l’accordo: precisamente Trump deve riferire al Congresso se Teheran rispetta l’intesa e se ritiene che questa sia nell’interesse degli Usa. A quel punto, in caso di bocciatura da parte del presidente, il Congresso ha 60 giorni per valutare i passi successivi, decidendo per esempio se imporre nuovamente le sanzioni a cui Washington aveva rinunciato in virtù dell’accordo. “Di per sé la mossa non viola l’accordo”, ma il parere di Trump farà “partire l’orologio in attesa del ripristino delle sanzioni”, scrive il Washington Post. Sempre secondo il giornale, Trump dovrebbe tenere un discorso il 12 ottobre per enunciare una strategia relativa a terrorismo e instabilità in Medioriente: nell’ambito di questo discorso dovrebbe aprire alla possibilità di modificare l’intesa del 2015, ma astenendosi dal raccomandare al Congresso la reimposizione delle sanzioni che di fatto costituirebbe una abrogazione dell’accordo. Tutte le fonti consultate dal Washington Post, tuttavia, sottolineano che i piani non sono del tutto fissati e potrebbero cambiare.
Lo scorso 19 settembre, dal podio dell’Assemblea generale dell’Onu, Trump aveva detto che “l’accordo con l’Iran sul nucleare è un imbarazzo per gli Stati Uniti”. Il giorno dopo, il 20 settembre, rispondendo a una domanda dei giornalisti il presidente Usa aveva detto di avere preso una decisione sul se ritirare o meno gli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano, ma si era rifiutato di dire quale fosse questa decisione.