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Istat: matrimoni in calo rispetto a 2019, unioni civili a livelli pre Covid

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Unioni civili ai livelli pre Covid, matrimoni tradizionali in aumento ma in calo rispetto agli anni pre pandemia. E’ il quadro definito dall’Istat. Nel 2021 sono state costituite 2.148 unioni civili tra coppie dello stesso sesso presso gli Uffici di Stato Civile dei Comuni italiani, che con un aumento del 40,3% rispetto al 2020 (anno di generale contrazione) tornano sostanzialmente ai livelli del 2019 (2.297 unioni civili). Lo rileva l’Istat nel report “Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi, anno 2021″.

Nel 2021 sono stati celebrati in Italia 180.416 matrimoni, l’86,3% in più rispetto al 2020, anno in cui, a causa della crisi pandemica, molte coppie avevano rinviato le nozze. L’aumento non è stato però sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente (la variazione rispetto al 2019 è infatti pari a -2,0%).

Nel 2021, le separazioni sono state complessivamente 97.913 (+22,5% rispetto all’anno precedente), tornando esattamente ai livelli pre-pandemici. Nello stesso anno i divorzi sono stati 83.192, il 24,8% in più rispetto al 2020 e il 16,0% in meno nel confronto con il 2016, anno in cui i divorzi sono stati finora più numerosi (99.071).

I matrimoni religiosi, quasi triplicati rispetto al 2020, sono in calo (-5,1%) rispetto al periodo pre-pandemico. Nei primi nove mesi del 2022 i dati provvisori indicano un lieve aumento dei matrimoni (+4,8% rispetto allo stesso periodo del 2021) dovuto esclusivamente alla crescita dei matrimoni civili (+10,8%). Crescono in misura marcata (+32,0%) le unioni civili.

L’età di chi convola a nozze

Diminuisce tra i giovani la propensione a sposarsi, complice la convivenza prematrimoniale o la tendenza a ritardare l’uscita dalla famiglia di origine: -16,0% e -9,7% rispetto al 2019, rispettivamente per uomini e donne fino a 30 anni. Mentre presenta un recupero a partire dai 30 anni in poi (+6,3% e +8,4%, rispettivamente per uomini e donne). A livello aggregato, la tendenza al rinvio delle prime nozze porta a un’età media di 34,3 e 32,1 anni rispettivamente per uomini e donne. 

Fino al 2019 la distribuzione per età degli uniti civilmente evidenziava un progressivo “ringiovanimento” rispetto al biennio 2016-2017. L’introduzione nel nostro ordinamento di questo istituto giuridico, infatti, ha consentito inizialmente a coppie anche in età più avanzata – che da tempo aspettavano tale possibilità – di ufficializzare la propria famiglia e da qui il profilo più maturo che ha contraddistinto questa prima fase (con un’età media degli uomini superiore ai 49 anni e delle donne intorno ai 46 anni). Negli anni a seguire il profilo per età delle unioni si è progressivamente ringiovanito (nel 2019 l’età media degli uomini era 44,5 anni e delle donne 39,6). Nell’anno della pandemia, tuttavia, l’età media all’unione civile cresce in misura eccezionale: 47,2 anni per gli uomini (+2,7 anni) e 41,8 per le donne (+2,2 anni). Nel 2021 si contrae nuovamente: quasi un anno in meno per gli uomini e oltre due anni per le donne, arrivando rispettivamente a 46,4 e 39,4 anni. Nel 2021 la quota degli uomini con almeno 40 anni che si uniscono civilmente è pari al 33,9%, ben al di sopra del 21,6% del 2020 ma ancora inferiore ai livelli pre-pandemici (40,3% nel 2019).

Per le donne, nel 2021 si consolida il processo di ringiovanimento già avviatosi nel periodo pre-pandemico, mettendo in evidenza che oltre la metà di esse (55,6%) ha meno di 40 anni (51,8% del 2019). La struttura per età di chi entra in unione è molto diversa da quella di chi si sposa, soprattutto tra gli uomini (Figura 6). La quota di uomini che hanno costituito un’unione civile sotto i 40 anni è circa la metà di quella osservata per gli sposi (rispettivamente 33,9% e 64,4%). In altre parole, gli uniti civilmente presentano valori consistenti di unioni in classi di età in cui i matrimoni solitamente cominciano a diradarsi. Nel 2021 per le donne si osservano differenze evidenti prima dei 30 anni: in questa fascia di età si colloca il 14,1% delle unite civilmente contro il 29,0% delle spose; valori maggiormente in linea si osservano invece nella fascia di età 30-39 anni (rispettivamente 41,5% e 44,4%). 

Il commento di Monica Cirinnà

“Dopo lo stop dovuto alla pandemia tornano a crescere le unioni civili. Non solo crescono, tornando ai livelli del 2019, ma in questo particolare contesto superano anche i matrimoni. Lo comunica l’Istat nel suo rapporto annuale.Leggere questi numeri mi emoziona ancora, perchè so che dietro di essi c’è la felicità di tante nuove famiglie. La richiesta di parità e uguaglianza è sempre più forte, e dovrà trovare risposta nel matrimonio egualitario e nel riconoscimento dei figli alla nascita”. Lo dice Monica Cirinnà, responsabile nazione Pd per i diritti. 

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