La quota vincente
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Italiani più longevi. Ma più poveri, malati e soli da vecchi

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Gli anziani italiani vivono un anno in più rispetto alla media Ue. In termini di qualità degli anni che restano loro da vivere, tuttavia, l’Italia è ai livelli più bassi a livello comunitario. Lo mostrano i dati dell’Istat sulle condizioni di salute degli anziani al 2015.

In Italia la speranza di vita a 65 anni è pari a 18,9 anni per gli uomini e a 22,2 per le donne. Il dato, per entrambi i generi, supera di un anno la media della Ue a 28, rispettivamente di 17,9 e 21,2 anni. Circa un anziano su due, però, soffre di almeno una malattia cronica grave o è multicronico, con quote tra gli ultraottantenni rispettivamente del 59,0% e 64,0%.

Nella graduatoria europea della longevità, gli anziani italiani si collocano al terzo posto, dopo Francia e Spagna. Il 30,3%, tuttavia, riferisce gravi difficoltà nello svolgere le quotidiane attività di tipo domestico, come preparare i pasti, fare la spesa, prendere le medicine o fare i lavori di casa. L’11,2% riporta gravi difficoltà in almeno un’attività di cura della persona, come fare il bagno o la doccia (10,3%), sdraiarsi e alzarsi dal letto o sedersi e alzarsi da una sedia (7,3%), vestirsi e spogliarsi (7,3%).

A questo tema si lega anche quello delle disuguaglianze sociali: il 55,7% degli anziani del primo quinto di reddito – quello corrispondente a una minore disponibilità economica – è multicronico, contro il 40,6% dell’ultimo quinto. Percentuali simili si riscontrano per chi soffre di almeno una malattia cronica grave (46,4% contro 39,0%), chi presenta una grave riduzione di autonomia nelle attività di cura della persona (13,2% contro 8,8%) e in quelle quotidiane di tipo domestico (35,7% contro 22,0%) o per chi ha gravi limitazioni motorie.

Le disuguaglianze tra gli anziani si presentano anche a livello regionale. Nel Mezzogiorno si stima una prevalenza, anche a parità di età, della multicronicità, il 56,4% contro il 42,7% del Nord Italia. Si registra, inoltre, una maggiore presenza di anziani con almeno una malattia cronica grave, il 49,4% contro il 39,4%, oltre che con gravi limitazioni motorie (27,7% contro 17,0%) o sensoriali (16,5% contro 12,8%). A livello di genere, il rapporto mostra invece come le donne presentino meno malattie croniche gravi, ma più multicronicità e limitazioni motorie o sensoriali. Le anziane lamentano più degli uomini dolore fisico da moderato a molto forte, il 45,4% contro il 27,6%.

Tra le ultraottantenni la percentuale arriva al 58,6% a fronte del 39,2% degli uomini. Il 58,1% degli anziani con grave riduzione di autonomia nelle attività di cura della persona, infine, dichiara di aver bisogno di aiuto o di averne in misura insufficiente. La quota di aiuto non soddisfatto appare superiore al Sud, il 67,5% e tra gli anziani meno abbienti, il 64,2%. Oltre un anziano su quattro dichiara di poter contare su una solida rete di sostegno sociale, il 18% su una debole e uno su due si colloca in una situazione intermedia. I più soli, in particolare, sarebbero gli uomini, il 24,7%, e gli over 65 residenti in aree popolate del Nord-ovest e del Sud, il 20,2%.

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