“Nel rispetto del diritto universale ad una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita”. Parole deflagranti, quelle di oggi del Papa. Parole che entrano subito in un clima politico incandescente.
Il Pd fa quadrato intorno a Bergoglio mentre la Lega, con il suo leader in testa, critica ferocemente l’uscita del Pontefice argentino. “Non c’è bisogno di dire che il Papa ha ragione – dice il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, sempre attento alle dinamiche cattoliche -. Io sono stato il promotore della legge popolare sullo ius soli. Non chiedete a me, sapete come la penso”.
Il centrodestra, senza entrare nel merito, prende comunque le distanze dalla legge. Brunetta invita provocatoriamente Gentiloni ad andare avanti: “Si farà del male, sarà l’ultimo atto masochistico della sinistra – sottolinea -. È incomprensibile come, in un’Europa sotto attacco del fondamentalismo islamico, si tiri in ballo la questione dell’allargamento della cittadinanza, in un Paese peraltro che già adesso, con le attuali leggi, la concede a quasi 200mila persone ogni anno. Noi riteniamo che occorra riequilibrare l’accoglienza, anche tenendo conto della parole del Papa: Francesco ha detto che va esercitata in maniera compatibile con le risorse del Paese. In ogni caso, semmai passasse questa legge, proporremo immediatamente un referendum abrogativo e ne faremo la chiave della prossima campagna elettorale”, sottolinea Brunetta.
Durissima la Lega. Matteo Salvini affida a Facebook la sua reazione: “Se il Papa vuole applicare lo ius soli nel suo Stato, il Vaticano, faccia pure. Ma da cattolico non penso che l’Italia possa accogliere e mantenere tutto il mondo. A Dio quel che è di Dio, a Cesare quel che è di Cesare. Amen. #stopinvasione”. Gli fa eco il senatore leghista Roberto Calderoli: “Sbaglia il Santo Padre a invocare l’introduzione nel nostro ordinamento dello ius soli e dello ius culturae che regalerebbe la cittadinanza italiana a oltre due milioni di immigrati che, peraltro, non la richiedono neppure. Sbaglia a invocare la cittadinanza per tutte queste persone che ancora devono dimostrare di volersi integrare, adeguandosi a quelle che sono le nostre leggi e al nostro modo di vivere”.
Molte le critiche al partito guidato da Salvini. Tra tutti il coordinatore della segreteria del Pd, Lorenzo Guerini. “Inaccettabile tono e contenuto parole Salvini verso Santo Padre. In assenza di idee usa le parole come le pietre”. E sulla questione dello ius soli è intervenuto anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. “La questione dello Ius soli deve essere affrontato a livello europeo – ha detto -. È vero che è una legge nazionale, ma si deve arrivare a una norma comunitaria. Dobbiamo arrivare a una soluzionale europea. In Italia io credo sia prematuro affrontare ora la questione perché siamo in campagna elettorale, ci sono temi gravissimi, il terrorismo, l’immigrazione, la disoccupazione giovanile, che sono priorità. Un tema del genere non può essere affrontato in campagna elettorale”.