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La ‘Carta’ anti-Ue dei sovranisti. L’adesione della Lega innesca il botta e risposta Letta-Salvini

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I sovranisti europei tornano a farsi sentire e lo fanno con un manifesto sul futuro che ha un effetto dirompente. A Bruxelles e a Roma. La ‘Carta dei valori per immaginare un futuro dell’Europa’ viene firmata da partiti che fanno parte dei gruppi Identità e democrazia (Id) e Conservatori (Ecr), oltre al partito di Orban, Fidesz, che ha lasciato il Ppe e fa parte dei non iscritti, ma anche Rassemblement National, di Marine Le Pen, e l’estrema destra spagnola di Vox.

I tempi non sono casuali. La Carta, stando ai promotori, è un passo concreto che segue il vertice di Budapest organizzato lo scorso aprile con Matteo Salvini, Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki. Ma l’impressione è che si tratti di una reazione delle forze più conservatrici europee di fronte a una serie di prese di posizione delle istituzioni europee delle ultime settimane. Alla legge “vergognosa”, per usare le parole di von der Leyen, del governo ungherese di Victor Orban, tacciata di discriminazione verso le persone Lgbtiq+. Alle accuse sul rispetto dello Stato di diritto in Ungheria e Polonia e da ieri anche alle critiche al governo sloveno di Janez Jansa, che ha assunto la presidenza del Consiglio dell’Ue e che proprio ieri è stato al centro di uno scontro con il commissario Frans Timmermans durante la cerimonia di apertura. Il dibattito nell’Ue continuerà anche la prossima settimana: gli eurodeputati hanno inserito il tema ungherese nell’agenda della plenaria e la portavoce di S&D ha anticipato che non risparmieranno critiche neanche a Jansa. Si attende poi la controreplica della Commissione Ue alla lettera con le giustificazioni ungheresi di mercoledì, su cui non si faranno sconti.

“L’Ue sta diventando sempre più uno strumento di forze radicali che vorrebbero realizzare una trasformazione culturale e religiosa, per arrivare alla costruzione di un’Europa senza nazioni, puntando alla creazione di un Superstato europeo, alla distruzione o alla cancellazione della tradizione europea, alla trasformazione delle istituzioni sociali e dei principi morali fondamentali”, si legge nella Carta, che invoca “una legittima resistenza” contro “l’uso delle strutture politiche e delle leggi per creare un superstato europeo e nuove forme di struttura sociale”, “una manifestazione della pericolosa e invasiva ingegneria sociale del passato”. Ma anche contro l’”iperattivismo moralista” che “negli ultimi anni nelle istituzioni dell’Ue ha portato allo sviluppo di una pericolosa tendenza ad imporre un monopolio ideologico”. In calce al documento le firme di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, quella che fa più discutere.

Quanto basta per scatenare un putiferio di reazioni nella politica italiana. L’adesione di Salvini a quello che sembra un ritorno sovranista e antieuropeista, apre di fatto due questioni: può una forza che rinnega l’Ue far parte di un governo guidato da un europeista per definizione come Draghi? E questo rinnovato spirito sovranista può conciliarsi con l’idea di Forza Italia di un partito unico in seno al Ppe? Netta è la risposta del segretario del Pd, Enrico Letta, alleato di governo del leader della Lega. “Non si può stare allo stesso tempo con l’europeismo e con Orban. Non si può essere sostenitori insieme di Draghi e di Orban. Semplicemente, non si può”, ha scritto in un tweet il leader dem, che poi rincara la dose: “L’Alleanza in Europa dei sovranisti di Salvini e Meloni ha due primi ministri, Orban e Morawiecki. Sono gli unici due che l’anno scorso hanno messo il veto al Next Generation Eu e al Recovery Plan che salva l’Italia. Solo la determinazione degli altri 25 li ha poi battuti”. E la replica del Capitano leghista non si fa attendere. “Le accuse di Letta? Io ho una linea sola: sono per l’Italia, in Italia e in Europa. Quindi sostentiamo il governo Draghi perché ha restituito autorevolezza e dignità all’Italia in Europa – evidenzia il leader del Carroccio -. Più che di criticare e insultare ogni giorno, fossi il segretario di un partito di governo, lavorerei per costruire e per unire”. Fonti della Lega poi rilanciano le accuse al Pd. “La carta dei valori non è in alcun modo un attacco a Draghi ma è un punto di vista costruttivo e ampiamente condiviso sul futuro dell’Ue. Le parole di Letta su Orban sono sorprendenti. Non solo perché il leader ungherese è al governo dopo aver vinto le elezioni ma soprattutto perché Orban era nel Ppe fino al marzo scorso, e quindi è stato a tutti gli effetti un alleato dei socialisti di cui fa parte il Pd di Letta. La continua propaganda del Pd mette in pericolo il governo Draghi e quindi l’Italia”.

Sul fronte del centrodestra, invece, con la presa di posizione di Salvini di oggi sembrano allontanarsi le distanze tra gli alleati. “Io sono per la semplificazione del quadro politico ma guardo la realtà e verifico che oggi non ci sono le condizioni, così come non c’erano in passato”, ha affermato Mara Carfagna, ministra per la Coesione territoriale di Forza Italia. “Salvini ha ragione a dire che la pandemia ci ha cambiati tutti. Ci siamo resi conto che esiste un prima e un dopo. E l’Italia del dopo Covid non chiede di essere aizzata nelle piazze ma di essere protetta e accompagnata verso la ripresa, chiede serietà e stabilità al governo. Nella Lega credo sia in atto una revisione rispetto ad alcune posizioni”. La ‘Carta dei valori’ dei conservatori ha riacceso insomma lo scontro tra sovranisti ed europeisti che la pandemia sembrava aver accantonato. E con la fine dell’emergenza sembra finire anche il clima di unità e concordia, in Italia e in Europa.

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