Due squadre ormai demotivate, anche se con umori ben diversi, da questa campagna di avvicinamento a Brasile 2014. La Scozia sa già da tempo che starà a casa a guardarsi il Mondiale al pub, tifando contro gli inglesi e non si sa per chi visto che non ci sarà nemmeno l’Eire. La Croazia dal canto suo, ceduto il primo posto al Belgio, incassa il successo di essersi tenuta alle spalle la Serbia ma guarda a questo secondo posto che è già ufficiale e inattaccabile solo come a un punto di transito in vista dei playoff, ormai prossimi.
La nuova Scozia di Gordon Strachan (nella foto), uomo simbolo del calcio scozzese prima come giocatore e poi come allenatore, ha sicuramente mostrato dei progressi rispetto a quella proposta da Craig Levein. Ma la strada è ancora lunga: mai una vittoria per Gordon che ha preso posto in panchina per aprire in anticipo un nuovo ciclo dopo l’ultima vittoria ottenuta in Macedonia; mai una vittoria in casa per il Tartan Army su un campo che in qualunque città e in qualunque stadio fa paura. Ma i pareggi di Strachan contro Serbia e Macedonia seguiti dalle sconfitte con Galles e Belgio hanno comunque mostrato una squadra in leggera crescita di condizione e di confidenza, capace di giocare il suo calcio alla sua maniera: caparbia, cattiva e fisica. I tifosi degli highlanders sanno perdere ma non pretendono niente di meno. E contro la Croazia talentuosa e bizzosa, ricca di giocatori di qualità, sarà una finale nella quale Strachan e la sua squadra giocano molto della loro credibilità futura. La Scozia stasera potrebbe essere quarta, o addirittura ultima. E c’è una bella differenza a Glasgow, Edimburgo e dintorni.
E dire che la Scozia era partita bene, battendo la squadra croata allenata dalla nostra vecchia conoscenza Igor Stimac 1-0 in campo esterno: solo che poi gli scozzesi sono crollati e i croati hanno infilato 16 punti su 18. Di qui la classifica odierna. La Croazia è obbligata a fare risultato: il meccanismo dei secondi posti, che esclude la peggiore tra le nove seconde dei nove gironi, attraverso un meccanismo di valutazione del rendimento medio, non consente errori. Se la Croazia perde rischia di essere l’unica seconda classificata europea a e non andare al Mondiale. E al momento la squadra rischia: dietro di lei solo Turchia e Macedonia.
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