Vaccinare “tutti gli italiani che lo vorranno” entro l’estate. In un momento in cui la curva del contagio si è nuovamente impennata il ministro della Salute, Roberto Speranza, punta tutto sulla campagna vaccinale per provare a uscire dalla stretta del Covid. A tal proposito il prossimo trimestre sarà quello decisivo. Dal 1 aprile in avanti infatti “aspettiamo l’arrivo di oltre 50 milioni di dosi, e puntiamo a raggiungere almeno metà della popolazione”. La grossa novità, salvo improbabili colpi di scena, sarà il via libera da parte di Ema del vaccino Johnson&Johnson che è monodose. Ne frattempo si combatte con le armi a disposizione, come il prodotto di Astrazeneca per il quale “nei primissimi giorni della prossima settimana, domani o dopodomani”, arriverà una circolare del ministero della Salute dovrà ci sarà il benestare per l’utilizzo anche per gli over 65. “Ci sono evidenze scientifiche che può essere usato su tutte le fasce generazionali”, spiega Speranza.
Altrettanto non si può ancora dire per lo Sputnik. Non un problema di nazionalità, precisa il responsabile della Salute, quanto “di sicurezza ed efficacia” ma una volta che Ema ed Aifa dovessero approvare il vaccino “noi siamo pronti a collaborare col governo russo anche per la produzione”. E la lentezza dell’organismo regolatorio europeo in materia viene stigmatizzata da Letizia Moratti. L’assessore al Welfare della Regione Lombardia parla di lungaggini burocratiche che “in una sanità di guerra non ci possiamo permettere”. L’ex sindaco di Milano poi si dice “molto soddisfatta” dalla mossa di Draghi di bloccare alcune dosi destinate a Paesi extra Ue. “La solidarietà mondiale non va ovviamente messa in dubbio ma l’Europa ha esagerato”, dichiara.
La realtà però parla di una situazione ancora ben lungi dall’essere sotto controllo. “E’ un mese complicato”, spiega senza giri di parole Speranza. Specie a causa della “novità” delle varianti che “hanno introdotto una fase di accelerazione dell’epidemia”. Per questo si attende una crescita della curva con altre regioni destinate a finire in zona rossa. Le misure saranno valutate di giorno in giorno poi, quando i vaccini arriveranno in quantità, tutto sarà nelle mani del piano logistico che il generale Francesco Paolo Figliuolo, a cui Draghi ha affidato la gestione commissariale dell’emergenza, sta limando con riunioni che si susseguono una dopo l’altra. Il mantra sarà soltanto uno: vaccinare chiunque lo vorrà, ovunque e nella massima celerità possibile.