Il decreto Dignità è pronto. E la mancanza di coperture è soltanto una leggenda. Il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, liquida con una battuta le polemiche che hanno accompagnato il primo provvedimento economico della nuova legislatura. Il testo potrebbe vedere la luce lunedì o martedì e il ministro assicura che dal “punto di vista tecnico e politico” veleggia verso l’approvazione.
Parlando alla Festa del lavoro di Milano, Di Maio ribadisce la volontà di bloccare le pubblicità a favore del gioco d’azzardo e precisa che contratti di somministrazione e voucher, invece, sono stati rinviati al dibattito parlamentare. E annuncia: “Settimana prossima tagliamo i vitalizi, quella dopo incardiniamo la legge sulle pensioni d’oro”, che riguarda “anche i sindacalisti”. “Mi fa piacere che tutte queste leggende metropolitane stiano pubblicizzando il decreto dignità”, dichiara a proposito delle accuse per le mancate coperture del testo che, ammette, sta “facendo tutto un iter che io sottovalutavo”. I ritardi, spiega, sono dovuti a una mera questione di “quante bollinature deve avere e di quanti soggetti devono dire va bene”. Non certo perché non vi siano i soldi per attuare la ‘mini-riforma’ del lavoro a firma giallo-verde, ricorda il vicepremier.
Sulla stretta al gioco d’azzardo contenuta nel decreto, Di Maio rincara la dose, rispondendo alla lettera aperta che una società di gioco online ha pubblicato sui principali quotidiani italiani esprimendo preoccupazione: il primo atto di dignità in questo Paese, “è dire basta con la pubblicità del gioco d’azzardo perché sta facendo sprofondare tante famiglie nella miseria, tanti padri si stanno giocando tutti i loro risparmi”.
Bordata anche al collega del Viminale, Matteo Salvini, sulla questione dei voucher: non rientreranno nel decreto Dignità, così come anche i contratti di somministrazione, ma saranno rinviati al dibattito parlamentare. Perché “ci sono tante questioni che si possono affrontare facendo prima di tutto un confronto con i diretti interessati e capendo dove ci sono gli abusi e dove invece sono utili”. E poi ancora, Di Maio elenca tutte le norme in cantiere: “tolleranza zero” contro il lavoro nero e stretta sulle delocalizzazioni delle imprese. Tanto che, da Brescia, il ministro annuncia: da lunedì “facciamo una legge per cui tutte le aziende che prendono fondi dallo Stato e se ne vogliono andare ce li devono restituire tutti con interessi”. In programma anche una stretta contro le false cooperative, “che dia dignità a quelle grandi”, ma permetta di smettere “di avere tutti questi soggetti che nascono e muoiono dall’oggi al domani e attentano alla dignità di chi ci lavora”.