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Lavoro, Mattarella: “Dignità e cura della vita prevalgano”

Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cerimonia di celebrazione del centenario della istituzione della Stella al merito del lavoro e di consegna delle Stelle al merito del lavoro per l’anno 2023. In questa occasione il presidente della Repubblica ha parlato di diversi temi, dalla violenza sulle donne al lavoro.

Mattarella sul tema lavoro: “Ridurre rischi, dignità e cura della vita prevalgano”

“Di fronte alle morti sul lavoro o a causa del lavoro, le istituzioni della Repubblica, a ogni livello, sono chiamate al dovere di accrescere sempre più i livelli di sicurezza e di porre in essere tutte le azioni possibili al fine di ridurre i rischi e promuovere la cultura della prevenzione” ha detto Mattarella, intervenendo al Quirinale in occasione della cerimonia di celebrazione del centenario dell’istituzione della ‘Stella al Merito del Lavoro’.  “La dignità del lavoro e la cura della vita devono prevalere su ogni altro interesse“.

“I costituenti hanno deciso di indicare nel lavoro il fondamento della Repubblica nata dalla Resistenza e dalla Liberazione. Una scelta generativa, per dirla con un’espressione efficace e moderna, per piantare solide radici nella società. Una Costituzione pluralista – scriveva Giorgio La Pira prima ancora del voto finale sulla Carta, settantacinque anni fa – a differenza di una Costituzione di tipo statalista o individualista, può edificare il proprio ordinamento soltanto sul lavoro e sulla dignità del lavoro per tutti” ha aggiunto Mattarella. “L’articolo 4 era collocato nella prima stesura come articolo 31. E’ stato spostato tra i principi generali – ricorda il Capo dello Stato – proprio per rimarcare il carattere non soltanto economico, bensì comunitario e sociale del lavoro. ‘La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto’”. 

“Quando venne istituito il riconoscimento, che oggi rinnoviamo, per i lavoratori che, nelle loro attività, sono stati esempio di capacità, di laboriosità, di moralità, l’Italia era da poco divenuta uno Stato unitario. Ed è stato anzitutto il lavoro a far maturare e crescere l’Italia in questo oltre secolo e mezzo. E’ stato motore di avanzamento sul piano sociale, civile, economico, culturale” ha detto il presidente della Repubblica, facendo riferimento alla cerimonia delle Stelle al merito.Quando si parla di lavoro, si parla di persone. Milioni di persone, che hanno contribuito con responsabilità e dedizione, spesso con sacrificio, al percorso di sviluppo compiuto dal Paese intero – ha aggiunto il Capo dello Stato – Non salmerie al seguito di un’armata di protagonisti incaricati di successo per raggiungere la crescita. Il lavoro è stato propulsore e avanguardia del progresso. Lo è stato nell’emancipazione da condizioni individuali di subalternità, anche attraverso l’opera delle organizzazioni dei lavoratori. Nell’espansione dei diritti e nell’affermazione del loro carattere universale. Nella costruzione di un modello sociale, e di welfare, capace di garantire più alti livelli di sostegno e assistenza a chi si trova nel bisogno. Nel potenziamento dell’istruzione, nel rafforzamento delle norme sulla sicurezza sociale e delle condizioni di lavoro”.

Il lavoro è “condizione centrale di un pieno sviluppo della personalità umana. È, quindi, anche veicolo di libertà. Nel contribuire alla crescita della comunità si esprime una parte incomprimibile di noi stessi – ha aggiunto – . A questa etica del lavoro la nostra democrazia resta legata, pur se il lavoro cambia continuamente, sospinto dalle nuove tecnologie, dalle sempre diverse dimensioni dei mercati, da mutamenti che incidono anche sui modelli sociali”, ha aggiunto il Capo dello Stato. 

Il lavoro nella Costituzione

Quando la Costituzione parla di Repubblica fondata sul lavoro non propone il concetto del lavoro come merce, quanto quello di ‘persona che lavora’, come protagonista e, in quanto cittadino, soggetto di diritti e doveri. E’ la persona che lavora a rappresentare il nesso con il progresso e la crescita della qualità della vita” dice ancora.”La Federazione dei Maestri del lavoro svolge una generosa opera collegiale che va in questa direzione. Ritengo importante – ed esprimo vivo apprezzamento – il vostro programma di attività che culminerà, il prossimo anno, nel convegno nazionale a cui avete dato titolo: ‘Un nuovo umanesimo del lavoro’. Umanesimo vuol dire appunto centralità della persona, ed è su questa strada che l’attuazione della nostra Costituzione può procedere al meglio, tenendo il passo delle gigantesche, inedite, sfide del tempo”, ha concluso il Capo dello Stato.

“Forse mai come questi ultimi decenni si sono prodotti cambiamenti così profondi, veloci e di così grande impatto persino sulle aspettative personali e sui progetti di vita. Eppure nulla muta il carattere del lavoro, espressione della creatività umana e misura del contributo di ciascuno alla vita della comunità. L’accelerazione tecnologica porta con sé una ambivalenza sociale, la necessità di scelte e di responsabilità. Non si può sfuggire alla sfida, non si può certo perdere l’occasione di un balzo in avanti – ha aggiunto il Capo dello Stato – Occorre però governare lo sviluppo con intelligenza e lucidità di visione per cogliere le opportunità di maggior benessere per la comunità e ridurre i rischi di fratture sociale, di emarginazioni, di desertificazioni di alcuni territori”. 

“Oggi registriamo una frammentazione del lavoro, pur in quadro in cui gli indicatori occupazionali mostrano segni complessivamente positivi. Da un lato l’occupazione stabile, il lavoro professionale qualificato, i settori di avanguardia, l’organizzazione aziendale attenta alla qualità. Dall’altro inoccupazione, bassi salari, precarietà, caporalato, ritardo nell’ingresso dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro, squilibri di salario a parità di lavoro. Tra queste polarità resiste il lavoro più tradizionale, quello che ancora costituisce il principale pilastro delle relazioni sindacali e che tiene in vita l’impalcatura della contrattazione collettiva. Ma le trasformazioni incalzano e gli equilibri sono sempre da ridefinire per dare attuazione piena al dettato costituzionale” ha detto ancora.

Le Stelle al merito

Nel Salone dei Corazzieri sono intervenuti il presidente della Federazione nazionale maestri del lavoro, Elio Giovati, e la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, e hanno portato le loro testimonianze lo studente Fratus Gabriel dell’Istituto di istruzione superiore Luigi Einaudi di Chiari (BS) e la studentessa Anita De Meo dell’Istituto Jacopo della Quercia di Bologna. Il presidente Mattarella, coadiuvato dalla mnistra Calderone, ha quindi consegnato le Stelle al merito del lavoro alla memoria di Mariano Bruno Guidorizzi, di Matteo Zenatello, di Paolo Franco e di Pasquale D’Ettorre. Al termine il capo dello Stato ha pronunciato un discorso.Erano presenti il presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, e il vice presidente del Senato della Repubblica, Gian Marco Centinaio. In precedenza, nel Salone delle feste, la ministra del Lavoro, assistito dal consigliere direttore dell’Ufficio per gli affari giuridici e le relazioni costituzionali della presidenza della Repubblica, Daniele Cabras, ha consegnato le decorazioni della Stella al merito del lavoro; ad una rappresentanza regionale dei nuovi maestri del lavoro. 

“Dal bagaglio di ‘sapienza’ – come lei ripete, presidente Giovati – che i Maestri del lavoro posseggono e che possono mettere a servizio delle generazioni future, nasce una sorgente di fiducia. Abbiamo bisogno di speranza e di fiducia nel domani. Essere protagonisti, non farci vincere dalla paura del nuovo, dall’incertezza dei cambiamenti. Guidare i processi: questa è la sfida” ha detto Mattarella alla cerimonia.”Il vostro impegno per rafforzare i legami tra le generazioni è prezioso. E’ un contributo rilevante alla coesione sociale.Tessuto unitario nella società, fra i territori, fra le generazioni. Capacità di far circolare conoscenze e saperi, di far crescere cultura e coscienza civile. La Repubblica vi è riconoscente. E ha bisogno del vostro impegno”, ha concluso il Capo dello Stato.

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