E’ probabile che non basti nemmeno un anno (in più) per ‘salvare’ le Olimpiadi di Tokyo. Perché non è scontato che i Giochi, già posticipati per l’esplosione della pandemia, possano andare in scena nel 2021. A lanciare l’allarme è stato il presidente del Comitato organizzatore, Yoshiro Mori, che ha sciolto qualsiasi freno inibitore in una intervista al quotidiano nipponico Nikkan Sports. Insomma, Mori è stato laconico nell’ammettere che, se la pandemia non dovesse essere sotto controllo, nel 2021 non “ci sarebbero altri rinvii” ma le Olimpiadi “verrebbero cancellate definitivamente”. Smontata di qualsiasi fondamento anche la possibilità di un piano B, ovvero di Giochi a scartamento ridotto e senza pubblico. In sintesi: o tutti interi o niente Giochi.
Sintetizzando il concetto, si tratta di una discreta botta al morale per migliaia di atleti che stanno riprogrammando la loro preparazione, finalizzandola all’anno che verrà, per gli appassionati di sport e (anche) per le casse giapponesi. Nel caso dovesse saltare l’appuntamento con i Giochi, evaporerebbero altri miliardi di euro (3,5 si sono già volatilizzati col rinvio): non proprio peanuts. Sarebbe la seconda volta che il Giappone alza bandiera bianca, costretto a rinunciare alle Olimpiadi per cause di forza maggiore: la prima, nel 1940, era legata allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. La speranza, come ha sostenuto anche il presidente dell’Associazione del Medici giapponesi, Yoshitake Yokokura, è riposta nella scoperta di un vaccino che annulli definitivamente gli effetti devastanti del coronavirus. Una sorta di corsa contro il tempo, anche perché nessuno intende mettere a repentaglio la vita di atleti e spettatori che non solo dovrebbero convivere nel villaggio ma dovrebbero affrontare anche lunghi spostamenti in aereo.
Va da sé, comunque, che in teoria il tempo non manca. Un anno rappresenta un margine sufficientemente ampio per offrire garanzie, gli scienziati stanno lavorando e il presidente del Cio, Thomas Bach, dopo il pessimismo del mese scorso, è fiducioso. Ma con moderazione…