Bene. Adesso abbiamo i presidenti di Camera e Senato: Roberto Fico (uno dell’ala sinistra del M5S che era giustamente commosso dopo essere stato eletto con i voti dell’odiato centrodestra) e l’avvocatessa Maria Elisabetta Alberti Casellati, prima donna alla seconda carica dello Stato (e questo è davvero bello) fondatrice di Forza Italia, pasdaran berlusconiana (una che andò in tv a La7 a dire che condannare Berlusconi per reati comuni corrispondeva a un golpe) che sta ai 5stelle come il diavolo all’acquasanta. Eppure, anche lei, ha fatto un bellissimo e commosso discorso in cui ha detto e ridetto che il centrodestra guarda agli ultimi. E i senatori del M5S hanno applaudito convinti.
Hanno comunque ragione Matteo Salvini e Luigi Di Maio quando dicono che aver risolto in due giorni la questione delle presidenze della Camere è un fatto positivo per la democrazia. Ma su quanto tutto questo inciderà nella nascita del nuovo governo, ci sono pareri contrastanti: il centrodestra compatto afferma e scrive che fra le due questioni non vi è alcun nesso. In realtà Berlusconi spera che sia vero, Salvini, mentre lo dice, incrocia le dita dietro la schiena come fanno i bambini quando dicono le bugie, la Meloni teme che l’assioma non regga e parla di un possibile governo di centrodestra andando a cercare in Parlamento chi ci sta. Di Maio, sul tema (troppo felice per il successo di oggi, in Parlamento sembrava avesse segnato un gol) tace accuratamente, mentre i suoi hanno l’ordine tassativo di non dire nulla o di ripetere ossessivamente il mantra della “trasparenza” (oggetto virtuale che, in questi giorni, si è visto poco). A quelli del Pd (se non avessero tanti motivi per piangere) verrebbe quasi da ridere perché sanno benissimo che fra le due questioni il nesso c’è, eccome.
Ma vediamo cosa è successo nelle ultime 36 ore, perché i colpi di scena sono stati numerosi e non tutti possono aver afferrato il senso di quello che è accaduto.