Dopo giorni di attesa e ritardi, i nodi sulla legge di Bilancio 2022 iniziano a sciogliersi. In una domenica di intenso lavoro, infatti, arriva finalmente l‘intesa su Superbonus 110% e uscita dal lavoro di edili e ceramisti, due temi che hanno rallentato l’iter della manovra. Entrando nel dettaglio, l’accordo prevede l’eliminazione del vincolo Isee a 25mila euro per accedere alle agevolazioni per la ristrutturazione delle villette unifamiliari. Il compromesso riguarda, invece, il criterio del 30% dei lavori da completare entro il 30 giugno, che resta in vigore. Passo avanti anche per il bonus mobili, sale da 5 a 10mila euro. Nel testo le misure saranno inserite come riformulazioni (firmate dai relatori) ad alcuni emendamenti parlamentari presentati in commissione Bilancio del Senato.
“Bene l’accordo di maggioranza sul Superbonus: frenare l’abbrivio di una misura che ha contribuito a far ripartire l’economia e ci restituirà un patrimonio immobiliare più solido e capace di garantire un maggiore risparmio energetico non avrebbe avuto senso avanti cosi”, twitta la sottosegretaria al ministero della Transizione ecologica, Vannia Gava (Lega), che esulta per l’intesa. Ma c’è anche un altro punto di svolta nella partita della manovra, perché i lavoratori edili e i ceramisti che sceglieranno di aderire all’Ape social per l’uscita dal lavoro, potranno farlo perché la soglia di contributi scende da 36 a 32 anni, in combinato disposto con il raggiungimento dei 63 anni di età. “Così come avevo auspicato e come proposto dalla Commissione lavori gravosi del ministero del lavoro, si è raggiunta l’intesa per l’anticipo pensionistico dei lavoratori edili e ceramisti”, commenta a caldo su Facebook il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Che ritiene “giusto riconoscere a chi lavora nei cantieri un trattamento pensionistico differenziato. Un segnale importante per un settore nel quale ogni giorno bisogna lavorare per affermare, proteggere e difendere la sicurezza, la qualità e la dignità del lavoro”.
Una volta chiusi gli ultimi accordi, la sfida sarà quella di chiudere i voti nella commissione di Palazzo Madama in tempo per rispettare il timing stabilito dalla conferenza dei capigruppo, portando la manovra in aula entro martedì prossimo. “Sono fiducioso che su tutte le questioni si troverà un accordo: la legge di Bilancio è troppo importante in questo momento per la ripartenza del Paese. Per me la cosa principale è che si riesca ad approvarla in modo rapido e con il consenso di tutti”, dice il segretario del Pd, Enrico Letta.
Intanto, oggi ci sarà un altro appuntamento rilevante per il governo. Perché a Palazzo Chigi torneranno i sindacati: sarà il primo incontro con il premier, Mario Draghi, dopo lo sciopero generale del 16 dicembre scorso, proclamato da Cgil e Uil. Sul tema la distanza tra le parti è nota da tempo, ma il fatto che il dialogo non sia stato interrotto è un segnale che lascia più di uno spiraglio al raggiungimento dell’intesa. Ma sarà anche l’occasione per fare il punto su una manovra che le sigle confederali continuano a ritenere insufficiente, proprio mentre l’esecutivo è vicino a far quadrare il cerchio.