Matteo Renzi detta i tempi: a giugno ci sarà la nuova legge elettorale. E Luigi Di Maio risponde: “Non la faranno e torneranno da noi con la coda tra le gambe”. L’annuncio del segretario del Pd di portare la nuova legge a Montecitorio il 29 maggio è tema attuale e il vicepresidente della Camera lo sa. Così, nel suo arrivo a Torino per parlare di immigrazione, non si sottrae alle domande di quanti gli chiedono un commento sull’accelerata dell’ex premier. E lancia il suo affondo: “È chiaro che si stia provando a fare una legge contro il M5S insieme a Verdini e a qualche pezzo del Gruppo misto e con una Lega Nord che prima urlava all’inciucio, quando noi abbiamo aperto al Pd, e ora si butta nella mischia. Credo che non riusciranno ad approvarla perché, sebbene stiano facendo i conti, al Senato in questo momento ognuno va per sé, nel Pd e anche nei partiti minori. Quindi torneranno da noi a chiederci di trovare una quadra, alla luce del sole, su una legge elettorale che possa davvero dare governabilità a questo Paese. E noi ancora una volta saremo disponibili a fare una legge seria per l’Italia che garantisca governabilità. Saremo disponibili anche quando torneranno da noi con la coda tra le gambe”.
L’esponente 5 Stelle va oltre e guarda già a una squadra pentastellata di governo: “La nostra squadra sarà formata prima delle elezioni politiche. Sceglieremo il premier con regole che ancora non sono state definite, e lui si sceglierà i suoi ministri”. E’ la vera novità secondo Di Maio: “Gli italiani prima del voto conosceranno il premier e la squadra di governo”. Non è dato sapere se “saranno tecnici o politici o se saranno persone interne o esterne al Movimento perché penso che agli italiani quello che interessa è che siano persone in grado di dimostrare capacità a risolvere i problemi, competenza e credibilità”.
L’obiettivo è chiaro: mandare a casa l’attuale governo il prima possibile. Secondo Di Maio, dalla telefonata di Renzi con il padre “viene fuori come al solito la doppia faccia di Renzi e del Pd e, come abbiamo visto, di Maria Elena Boschi sul caso delle banche. Loro hanno infettato le istituzioni con la menzogna: dobbiamo liberarcene democraticamente”.
Sullo sfondo ci sono gli sbarchi, la rotta del Mediterraneo da chiudere, il rapporto con l’Europa, le frontiere, e su questo Di Maio usa un tema molto caro ai renziani: un maggiore impegno di Bruxelles. “Se vogliamo risolvere il problema dell’immigrazione – ricorda il vicepresidente della Camera – abbiamo bisogno che tutta l’Unione europea faccia la sua parte perché noi la stiamo facendo con 4,5 miliardi di euro all’anno”.