“Il 2017 è stato un anno sfidante e nel complesso non siamo soddisfatti dei risultati finanziari. Ad ogni modo, abbiamo iniziato l’anno in una posizione migliore”. Niels B. Christiansen, ceo del gruppo Lego, non nasconde un’ombra di disappunto per l’ultimo esercizio dell’azienda danese dei mattoncini, chiuso con ricavi in calo dell’8% a 35 miliardi di corone danesi (circa 4,7 miliardi di euro), così come gli utili, scesi a 7,8 miliardi di corone danesi (1,04 miliardi di euro) dai 9,4 miliardi di corone (1,2 miliardi di euro) del 2016. Era dal 2004, l’anno della crisi peggiore per il produttore di giocattoli – al quale ha fatto seguito la riscossa guidata dall’attuale presidente Jørgen Vig Knudstorp – che l’azienda non faceva passi indietro a livello di fatturato. Un dispiacere in parte mitigato dai progressi nelle vendite registrati a dicembre in sette dei 12 mercati principali nei quali il gruppo opera.
“Abbiamo iniziato il 2018 in una forma migliore e durante l’anno che viene stabilizzaremo gli affari continuando a investire in grandi prodotti, un marketing globale efficace e una migliore esecuzione”, rimarca ora Christiansen, ammettendo che comunque “non c’è una soluzione rapida e ci vorrà un po’ di tempo per raggiungere una crescita di più lungo termine”.
L’azienda dovrà recuperare terreno nei mercati maturi di Nord America ed Europa, dove gli affari sono calati nel corso dell’anno passato. Ma anche sfruttare il forte potenziale che ha mostrato la Cina, dove i ricavi nel 2017 hanno mostrato un tasso di crescita a doppia cifra. Un’attenzione particolare è poi già stata annunciata per quanto riguarda il Medio Oriente e l’Africa: a sostegno degli sforzi in questa regione Lego ha già annunciato che aprirà un ufficio a Dubai verso la fine di quest’anno. Dal punto di vista dei prodotti, infine, il 2017 lascia in eredità performance soddisfacenti per le linee classiche, capaci di mantenere il loro appeal anche presso le nuove generazioni, e in linea con le attese per i prodotti Lego Star Wars.