I finanzieri del Comando provinciale di Milano stanno dando esecuzione a due provvedimenti di amministrazione giudiziaria per un anno dei confronti delle multinazionali della logistica Brt-Bartolini e Geodis. Il commissariamento è stato disposto dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Milano dopo le indagini sulle due società del Nucleo di polizia economico finanziaria coordinato dal sostituto procuratore Paolo Storari per frode fiscale, fatture per operazioni inesistenti e simulazione di contratti d’appalto dietro mere somministrazioni di manodopera che hanno già portato fra dicembre e gennaio al sequestro di 126 milioni di euro complessivi. Le indagini successive condotte in particolare sul settore di corrieri e trasporti nelle due big della logistica dove sarebbe emerso “un sistematico sfruttamento di diverse migliaia di lavoratori“. Per l’obiettivo di proporre sul mercato prezzi più competitivi, Brt e Geodis avrebbero approfittato “dello stato di necessità dei lavoratori” sottoponendoli a “orari e ritmi di lavoro estenuanti, sottopagandoli”, facendoli transitare da una società all’altra, di fatto privandoli delle previste forme di tutela assistenziale e previdenziale.
Pm: “In Brt ordine di cambiare coop ogni 2 anni” negli appalti
Nella multinazionale della logistica Brt “era stata data la disposizione di cambiare la cooperativa ogni due anni” negli appalti. È quanto racconta in un interrogatorio del 17 febbraio 2023 un avvocato padovano consulente della multinazionale al sostituto procuratore di Milano, Paolo Storari, che indaga per frode fiscale e caporalato e che oggi ha ottenuto dalla Misura sezione di prevenzione del tribunale di Milano che venga disposta l’amministrazione giudiziaria per un anno nei confronti della multinazionale francese dei corrieri espressi che ha inglobato Bartolini. Secondo il consulente – che è indagato per corruzione fra privati – il sistema era gestito da un ex dipendente di Brt licenziato nel 2022 che aveva il compito di tenere i rapporti con i fornitori e i sindacati. Ne era a conoscenza il ceo di Brt spa, Dalmazio Manti, a sua volta indagato e raggiunto da decreti di sequestro già a dicembre 2022 e gennaio 2023.
Pm: “Da fornitori soldi al ceo di Brt”
Dall’inchiesta emerge anche che l’ex amministratore delegato di Brt, Dalmazio Manti, avrebbe “ricevuto del denaro dal 2016 al 2022 da alcuni fornitori” della multinazionale. Ad ammettere le dazioni sarebbe stato lo stesso Manti in un interrogatorio reso al pm il 6 marzo 2023 e in una memoria depositata. Secondo l’indagine del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano i soldi sarebbero serviti a far sì che Brt effettuasse “controlli sui versamenti Iva da parte delle società fornitrici di facchinaggio” nei suoi appalti dove controllava solo i contributi versati. “Non svolgeva alcun controllo – scrive invece Storari – sulle società che fornivano gli autisti” per il servizio dei corrieri.
Pm: “Tentata corruzione a sindacalista che denunciò”
Inoltre, la sindacalista della Cgil che ha denunciato con un esposto anomalie fiscali e caporalato negli appalti di Brt ha subito un tentativo di corruzione andato a vuoto con una mazzetta da mille euro. La sindacalista è stata contattata nel 2021 da una consulente del Consorzio Cima Pazzi (presente negli appalti di Brt) per un appuntamento al centro commerciale Vulcano di Sesto San Giovanni, ufficialmente per discutere di una vertenza relativa al trasferimento di alcuni corrieri dalla sede di Novara a quella di Sedriano. Quando le due si sono sedute “mi ha consegnato una cartellina di colore marrone – ha messo a verbale la sindacalista – che conteneva all’interno 20 banconote da 50 euro per un totale di mille euro”. Il giorno dopo i fatti (18 ottobre 2021) la sindacalista è andata a denunciare alla polizia consegnando la cifra.